di Beppe Grillo – 122esima settimana del Blog, iniziata con la pubblicazione del nuovo numero del Magazine del Blog, con gli articoli più letti di Luglio. Se non lo avete ancora scaricato potete farlo a questo link.
Rivediamo insieme gli articoli di questi ultimi 7 giorni:
L’industria della moda è una delle industrie più inquinanti al mondo: produce il 20% delle acque reflue globali e il 10% delle emissioni di carbonio, e si stima che entro il 2050 questo dato aumenterà fino al 25%. In Italia 150mila tonnellate di vestiti vengono inviati in discarica, ogni anno. Per questo molte aziende si stanno impegnando per invertire questa rotta. Ecco l’idea di una startup di San Francisco.
Quali sono le caratteristiche del Reddito Universale? Cosa sappiamo delle sue potenzialità? Cosa è necessario per introdurlo praticamente? Sono le domande cui si è voluto dare risposta nel rapporto della Banca Mondiale sul reddito universale. Leggete qui.
L’Italia è l’unico Paese europeo che nei sondaggi mostra la tendenza a giudicare se stesso peggio di quanto lo giudichino gli altri, esercitando una sorta di auto disistima. Così ogni iniziativa che prendiamo è di per sé fallimentare ancor prima che parta. Ma spesso non è così. Guardate cosa è successo con lo smart working.
Delfini e balene pieni di sostanze tossiche. Ecco il dramma che si sta consumando nei mari del mondo. Cosa stiamo aspettando?
Lo stato delle Hawaii è il primo stato al mondo a proporre un “piano di ripresa economica femminista”, in cui si vuole dare priorità alle donne e alla parità di genere. Ecco quello che sta avvenendo.
Quando le persone iniziano a sentirsi potenti o godono di una posizione di privilegio, le qualità quali condivisione, correttezza, generosità, cominciano a svanire. Ecco “il paradosso del potere”.
Abbiamo concluso con l’appello lanciato da Nadino Calapucha, responsabile della comunicazione per il Coordinamento delle organizzazioni indigene del bacino amazzonico (COICA).
Per più di 500 anni i popoli dell’Amazzonia hanno affrontato invasioni, la perdita dei territori, discriminazioni etniche e socioeconomiche. Con la Pandemia la situazione si è ulteriormente esasperata. Ecco quello che sta succedendo e quello che chiedono i “guardiani” della foresta Amazzonia.