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Maggio 16, 2025
Elon Musk torna a parlare di reddito universale, ma questa volta lo fa con una variante che ci suona molto “familiare”; non lo chiama solo “universale” ma “elevato”. Nel suo intervento al Saudi-U.S. Investment Forum a Riyadh qualche giorno fa, Musk non si è limitato di ribadire la necessità di un reddito di base per [...]

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Maggio 15, 2025
Più vita per tutti

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Maggio 14, 2025
Il Presidente più povero del mondo

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Maggio 14, 2025
Spiagge pubbliche, gare private

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Maggio 13, 2025
Il nano più grande del mondo
ULTIMI POST DELLA SETTIMANA
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- Maggio 7, 2025

Una tassa ecologica per salvare le isole, o almeno provarci. I legislatori delle Hawaii hanno approvato una legge senza precedenti negli Stati Uniti: aumentare le imposte su hotel, affitti brevi e perfino sulle navi da crociera per finanziare la difesa ambientale e la lotta contro i disastri naturali, sempre più frequenti a causa della crisi climatica. L’hanno chiamata green fee, tassa verde, una scelta che non solo punta a proteggere spiagge, foreste e comunità costiere, ma alza l’asticella delle responsabilità ambientali a livello globale. Il governatore Josh Green, medico e ambientalista, ha già annunciato che firmerà il provvedimento: “Questa legge è un impegno generazionale per proteggere la nostra ‘āina, la terra. Le Hawaii stanno fissando un nuovo standard per affrontare la crisi climatica”. [...]
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- Maggio 6, 2025

Siamo soffocati da rifiuti elettronici e da un mercato del lavoro sempre più escludente, ma nonostante ciò c’è chi ha deciso di invertire la rotta. È il caso di Envie, una rete di imprese sociali nata in Francia nel 1984, che unisce giustizia sociale ed ecologia concreta. Il loro motto? "Ridare vita agli oggetti. Ridare dignità alle persone." Envie è l’acronimo di Entreprise Nouvelle Vers l’Insertion par l’Économique, ovvero “Nuova Impresa per l’Inserimento attraverso l’Economia”. E già nel nome si intuisce tutto: offrire lavoro e formazione a chi ne è stato escluso, disoccupati di lunga data, giovani senza qualifica, persone fragili, creando allo stesso tempo un’economia circolare reale, fatta di oggetti salvati dallo scarto. In pratica, Envie raccoglie elettrodomestici usati, li ripara o [...]
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Oshikatsu: quando il fan diventa motore economico
di Igor G. Cantalini In un [...]
Obiettivo UE al 2050: zero morti sulle strade
In Europa, il numero di [...]
verso il2050
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- Maggio 15, 2025

di Beppe Grillo C’è chi dice che il futuro del lavoro sarà senza lavoro e chi invece dice che lavoreremo ancora di più ma se guardiamo alle menti più lucide del Novecento, la direzione era un’altra. Meno ore, più qualità della vita, più tempo per pensare, creare, vivere. Già nel 1930, nel celebre saggio Prospettive economiche per i nostri nipoti (Economic Possibilities for Our Grandchildren), l’economista John Maynard Keynes immaginava che nel giro di un secolo, (quindi ora!) intorno al 2030 si potesse vivere bene lavorando solo 15 ore a settimana. Scriveva che “il problema economico potrebbe essere risolto, o almeno essere in vista di una soluzione, entro cento anni con turni di tre ore o la settimana di quindici ore”, grazie al progresso tecnologico e all’aumento della produttività. Che quella previsione avesse basi concrete lo dimostra anche questo esempio: nel 1998 i lavoratori delle aziende statunitensi svolsero un totale di 194mila miliardi ore di lavoro. 15 anni dopo, nel 2014, il valore dei beni e i servizi prodotti delle imprese americane al netto dell'inflazione era aumentato di circa 3500 miliardi di dollari, un incremento dell'output del 42%. La quantità del lavoro umano richiesta per ottenere tale risultato è stata di 194miliardi di ore. In altre parole, la produttività è cresciuta senza un aumento delle ore lavorate, nonostante nel frattempo siano nate in 15 anni migliaia di nuove imprese. Eppure oggi, nel 2025, ci stiamo allontanando da quella visione lungimirante. In Italia siamo ancora fissati con le 40 ore settimanali. Si discute da tempo di una riduzione a 32 ore a parità di salario (salarium, denaro per il sale) ma è tutto fermo. Quando nel 2011 lanciai la proposta delle 20 ore settimanali retribuite, sembrava una provocazione, ma era persino moderata rispetto a quella del gesuita ed economista Oskar von Nell-Breuning, che già nel 1980 proponeva un solo giorno di lavoro alla settimana, 8 ore! Secondo Nell-Breuning, il lavoro umano poteva essere suddiviso così: un terzo serve a produrre danni ambientali, psicologici, sociali, un altro terzo serve a controllare o riparare quei danni, e solo l’ultimo terzo è realmente utile. Dunque, basterebbe fare bene quel terzo utile e avremmo [...]
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