
Si chiama Corleo ed è la nuova creatura meccanica partorita da Kawasaki. Non un robot da laboratorio, né un prototipo da fabbrica, ma un quadrupede a idrogeno che sembra uscito da un film di fantascienza orientale. È cavalcabile, ha zampe rivestite in gomma e si muove seguendo i movimenti del corpo del cavaliere. Il progetto è stato presentato all’Expo di Osaka del 2025 e secondo l’azienda potrebbe diventare realtà commerciale attorno al 2050. Non esattamente dietro l’angolo, ma abbastanza vicino per farci venire qualche domanda.
A cosa serve un robot a forma di cavallo (foto sottostante) con motore a idrogeno e “intelligenza di visione” capace di riconoscere il terreno? La risposta, come spesso accade in Giappone, è semplice: perché no? Kawasaki ha dichiarato che si tratta di una nuova forma di mobilità personale, ideale per zone impervie e terreni non asfaltati. Ma il messaggio più potente è simbolico, è l’incontro tra animale e macchina, tra tradizione e innovazione, tra gioco e industria.
Corleo però non è solo. In questi anni, altre aziende si sono messe a produrre robot quadrupedi, alcuni con scopi più seri, altri decisamente giocosi. Boston Dynamics, per esempio, ha fatto scuola con i suoi famosi Spot (foto sottostante) e BigDog, robot quadrupedi agili e resistenti, usati in contesti militari, industriali, persino per ispezioni di sicurezza. Nessuna collaborazione diretta con Kawasaki, ma un’eredità tecnica e culturale evidente.
Nel frattempo, in Italia, l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha sviluppato HyQ e HyQReal (foto sottostante) robot idraulici a quattro zampe in grado di camminare, saltare, calciare e persino trainare un aereo. Sono prototipi da laboratorio, ma danno l’idea della direzione in cui ci stiamo muovendo. Dal trasporto al soccorso fino alla sorveglianza.
In Cina, la startup XPeng Robotics ha presentato un robot unicorno per bambini (foto sottostante). È pensato per i più piccoli naturalmente, ma integra tecnologia da veicoli autonomi, sensori, intelligenza artificiale. Non si sa ancora quando sarà in vendita né a quale prezzo, ma i genitori potranno finalmente rispondere “sì” alla fatidica domanda: “Posso avere un unicorno?”
Un’altra novità arriva sempre dalla Cina, con LimX Dynamics, che ha creato un robot quadrupede con le ruote integrate nelle zampe. Si chiama W1 (foto sottostante) ed è capace di passare dalla camminata alla modalità rotolante, adattandosi a qualsiasi terreno. I preordini sono attesi entro l’anno, con un prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno a quelli di robot professionali (80mila euro) anche se non ancora dichiarato.
In America, invece, il MIT ha sviluppato il Mini Cheetah (foto sottostante), un robot leggerissimo e acrobatico, capace di fare backflip e muoversi con agilità sorprendente. È pensato per la ricerca e l’insegnamento, non per il mercato, ma dimostra quanto la corsa all’intelligenza quadrupede sia diventata globale.
In mezzo a tutto questo, il Corleo resta un oggetto poetico. Alimentato a idrogeno, dotato di “zoccoli intelligenti”, pronto a trasportare il suo cavaliere nel deserto digitale del XXI secolo. Non ha ancora un prezzo, non ha ancora un mercato, non ha nemmeno una strada dove camminare. Ma è lì, in mostra a Osaka, come una metafora. L’essere umano a cavallo del futuro, senza briglie e senza redini.
La domanda ora è chi cavalcherà chi?