
Negli ultimi vent’anni, la Spagna ha compiuto una trasformazione profonda nel settore energetico, passando da un’importatrice netta di elettricità a una nazione vicina all’autosufficienza. A trainare questa svolta sono due fattori principali: un costo dell’elettricità in forte calo, quasi ai livelli degli Stati Uniti, e un’espansione senza precedenti delle energie rinnovabili. Nel 2004 la Spagna importava circa il 50% dell’elettricità consumata. Oggi la situazione è completamente diversa: il paese è riuscito a ridurre drasticamente la dipendenza dall’estero grazie allo sviluppo di fonti solare, eolica e idroelettrica. Secondo i dati di Red Eléctrica Española, nel 2024 la Spagna ha prodotto internamente oltre il 95% dell’elettricità consumata, una quota che pone il paese tra i più virtuosi in Europa.
Nel 2021 le fonti rinnovabili coprivano il 45% della produzione elettrica spagnola. Secondo il gruppo bancario BBVA, questa quota è salita al 65% nel 2024, con previsioni di raggiungere l’80% entro il 2030, in linea con gli obiettivi del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). Tra dieci anni, secondo José Manuel Entrecanales, presidente del gruppo Acciona, il 90% dell’elettricità spagnola proverrà da fonti rinnovabili.
Nel dettaglio, il mix rinnovabile nel 2024 è stato così composto: energia eolica al 23%, risultata la prima fonte singola; energia solare fotovoltaica in crescita costante, che ha superato il gas naturale come seconda fonte; energia idroelettrica in ripresa dopo anni di siccità, con una quota significativa soprattutto nella prima metà del 2024. Questo incremento della produzione da fonti verdi ha avuto un impatto diretto e misurabile sul costo dell’energia elettrica. Sempre secondo BBVA Research, i prezzi all’ingrosso dell’elettricità sono diminuiti del 20% tra il 2021 e il 2024. Se la Spagna riuscirà a raggiungere l’80% di elettricità rinnovabile nel 2030, si stima un ulteriore calo del 20% nei prezzi, rendendo l’elettricità spagnola tra le più competitive al mondo, quasi ai livelli statunitensi, notoriamente tra i più bassi nei paesi industrializzati.
Il basso costo dell’elettricità rappresenta un vantaggio competitivo strategico per la Spagna. Sta attirando investimenti in settori energivori come il data storage, l’idrogeno verde e la produzione industriale avanzata. Le comunità autonome, in particolare Andalusia e Aragona, stanno guidando la corsa con grandi impianti fotovoltaici e parchi eolici.
Il percorso verso un mix 100% rinnovabile non è privo di ostacoli. Le principali criticità sono i ritardi autorizzativi per nuovi impianti, la burocrazia nelle connessioni alla rete e la necessità di modernizzare l’infrastruttura elettrica per gestire l’intermittenza e la distribuzione dell’energia verde. Secondo il nuovo piano nazionale aggiornato, la Spagna punta a raggiungere 215 GW di fotovoltaico e 115 GW di eolico installati entro il 2030. Ciò richiederà investimenti massicci ma rappresenta anche un’opportunità occupazionale e tecnologica per il paese.
La Spagna si conferma quindi un modello europeo nella transizione energetica: da paese importatore a protagonista delle rinnovabili, ha dimostrato che la crescita verde è possibile e sostenibile. La combinazione di autosufficienza, elettricità a basso costo e leadership tecnologica può diventare un riferimento anche per gli altri paesi UE. Se manterrà il passo, entro il 2035 il paese iberico potrebbe diventare il primo tra i grandi paesi europei a raggiungere un mix elettrico quasi interamente rinnovabile. Chapeau!