Si chiama NEO e arriva dalla società norvegese-americana 1X Technologies, la stessa che sviluppa robot per la sicurezza e l’assistenza. È alto un metro e sessantotto, pesa trenta chili e promette di occuparsi delle faccende domestiche al posto nostro. Il prezzo, 18 mila euro.
NEO è pensato per entrare nelle case come un vero aiutante, può piegare i vestiti, accendere o spegnere le luci, aprire le porte, programmare la lavatrice, sistemare oggetti, pulire piccole superfici. È capace di imparare nuovi compiti, riconoscere oggetti e rispondere ai comandi vocali. Al suo interno c’è un sistema di intelligenza artificiale con visione integrata, in grado di interpretare l’ambiente e adattarsi alle abitudini dei proprietari.
Il robot funziona per circa quattro ore con una ricarica e torna da solo alla base per alimentarsi. Le mani hanno 22 giunture, abbastanza per afferrare con delicatezza una tazza o un capo d’abbigliamento. Tutto il corpo è rivestito da un materiale morbido che lo rende sicuro anche in presenza di bambini e animali.
L’azienda lo definisce “il primo robot umanoide pensato per la vita domestica”. Dopo decenni di film e prototipi, siamo davanti a uno dei primi modelli realmente destinati al mercato dei consumatori. È possibile ordinarlo in tre colori (beige, grigio o marrone scuro ) con consegna prevista nel 2026 per gli Stati Uniti e nel 2027 per il resto del mondo, Italia compresa. Il robot sarà disponibile inizialmente in pre-ordine negli USA già da questo autunno 2025, dove può essere acquistato con pagamento diretto o in abbonamento mensile da circa 500 dollari.
Dietro l’effetto ssorpresa però i nasconde una domanda forse più urgente. Siamo pronti ad accogliere nelle nostre case robot connessi e dotati di telecamere, microfoni e connessione continua ai server di una multinazionale? La stessa tecnologia che piega i panni e prepara la tavola è anche in grado di registrare abitudini, orari, voci e immagini dei proprietari.
NEO segna un passo importante nella storia della robotica e un segnale d’allerta per la società. L’automazione sta uscendo dalle fabbriche ed entrando nelle cucine, nei salotti, nelle nostre amere da letto. Prima di affidarle le nostre chiavi di casa, serve capire chi controllerà i dati che la nuova “colf digitale” raccoglierà ogni giorno.





