
di Roberto Vacca
Giulio Cesare aveva 54 anni [era il 46 a.c.] . Non sapeva di avere ancora soltanto due anni di vita. Lavorava a riordinare leggi e regolamenti nei territori di Roma dalla Britannia alla Gallia, dall’Iberia all’Egitto. Ora era andato ad Alessandria, ove aveva convocato l’astronomo greco Sosigene per stabilire un calendario razionale unico valido ovunque. Aveva capito che quello egiziano era più perfetto degli altri, ma aveva chiesto allo scienziato greco:
“Non è più semplice e più sicuro seguire i tempi del Sole che si vede anche tanto più chiaramente? Perché gli egizi ragionano sui tempi di Sirio?
Sosigene spiegò:
“Sirio è la stella più luminosa del cielo ed è fissa: sta sempre nello stesso posto. L’anno egizio inizia con la levata eliaca di Sirio: è il momento vicino al solstizio in cui Sirio appare di nuovo, dopo un’assenza di 70 giorni. La vediamo chiaramente, ma appena sorge il Sole la stella, offuscata, scompare. Questo evento si ripete, identico, dopo trecentosessantacinque giorni e un quarto di giorno, cioè dopo un anno esatto. Uno dei nomi greci di Sirio è “Sotis” – lo Splendente. Per questo, l’anno si chiamò “sotiaco”. Poco tempo dopo l’inizio dell’anno avviene l’inondazione del Nilo che copre di fertile fango i nostri campi.”
Cesare chiese:
“Dunque gli agricoltori egiziani adorano Sirio?”
“Certo: è la stella della potente dea Iside, sposa di Osiride. Però in Egitto amministratori e governanti continuarono a usare l’anno civile di 365 giorni solari. La differenza fra i due di un quarto di giorno farà sì che gli inizi dei due anni coincideranno di nuovo dopo 1461 anni solari (di 365 giorni) e 1460 anni sotiaci (di 365,25 giorni)”.
I Romani eliminarono i loro imprecisi calendari tradizionali e adottarono per legge l’Anno sotiaco, tenendo conto della necessità di introdurre giorni bisestili, dapprima in modi approssimativi ed errati, poi seguendo regole più accurate. In onore di Cesare, il Dittatore, chiamarono “giuliano” il nuovo anno.
Il quarto di giorno che va aggiunto a 365, equivale a 6 ore, valore usato dagli astronomi egizi, però, era leggermente errato in eccesso. L’aggiunta esatta avrebbe dovuto essere minore: esattamente di 5 ore, 48’ e 46”. Dopo un millennio e mezzo la somma di queste discrepanze aveva superato la durata di 10 giorni. Il 24 Febbraio 1582 il papa Gregorio XIII, consigliato da un comitato di dotti prelati, promulgò l’importante decreto che eliminava 11 giorni dal calendario. Il giorno dopo il 4 ottobre non fu il 5, ma il 15. Il decreto correggeva anche le regole con cui certi anni erano classificati bisestili. Alcuni paesi protestanti rifiutarono questa modifica “papista”, ma gradualmente, dopo quasi 5 secoli, quasi tutti i Paesi del mondo hanno abbandonato il calendario giuliano e si sono allineati su quello gregoriano.
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Sirio è una stella doppia situata a Sud Est della costellazione di Orione. Il suo nome scientifico è “α Canis Maioris” – la stella maggiore della costellazione del Cane Maggiore. Ha un periodo di rotazione di 17 ore. È grande circa il doppio del Sole dal quale dista 8,6 anni luce. Ha una luminosità assoluta 25 volte maggiore di quella del Sole. La sua stella β è una nana bianca con diametro poco diverso da quello della Terra e massa uguale a 2,1 volte quella del Sole; ha una temperatura superficiale di 9400°K; ruota attorno ad α con periodo di 50 anni e ne dista da 8 a 31 unità astronomiche. Si sospetta che Sirio comprenda anche un terza stella molto più piccola, ancora mal nota.