di Giovanni Currò – L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui le imprese operano e gestiscono le loro attività. Uno dei vantaggi più significativi, per il momento, è l’automazione dei processi, tra cui la redazione dei verbali assembleari. Grazie all’IA, le imprese possono ora utilizzare strumenti di riconoscimento vocale e di elaborazione del linguaggio naturale per trascrivere automaticamente le riunioni e creare verbali accurati e dettagliati.
L’IA può anche aiutare a identificare i temi chiave e le azioni da intraprendere durante le riunioni, rendendo il processo decisionale più efficiente all’interno dell’azienda.
Ci sono diversi strumenti di IA disponibili per l’automazione della trascrizione delle riunioni. Ad esempio, Microsoft Teams, strumento molto diffuso per le videochiamate di gruppo in tempo di pandemia, offre un’opzione per la trascrizione automatica delle registrazioni delle riunioni, in modo che gli utenti possano riprodurre i contenuti delle riunioni con sottotitoli e rivedere gli elementi di discussione importanti nella trascrizione.
La trascrizione collegata a strumenti già noti di cloud e condivisione consente agli utenti di poterla visionare in tempo reale e condividerla in tutta sicurezza. Questo è solo uno dei tanti strumenti di IA disponibili per l’automazione della trascrizione delle riunioni.
Esistono anche altri campi dove l’IA può migliorare i processi aziendali sui flussi informativi interni e per la presentazione di progetti attraverso slide in diversi modi. Ad esempio, l’IA può essere utilizzata per generare automaticamente slide accattivanti e ben progettate a partire dai dati e dalle informazioni fornite dall’utente. Questo può aiutare a risparmiare tempo e sforzo nella creazione di presentazioni efficaci.
Inoltre, può anche aiutare a ottimizzare il contenuto delle slide per renderlo più chiaro e coinvolgente per il pubblico. l’IA potrebbe suggerire l’utilizzo di grafici e immagini per illustrare i dati in modo più efficace, o suggerire modifiche al testo per renderlo più chiaro e conciso.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle imprese può presentare sicuramente una rivoluzione in una prima fase amministrativa, in una seconda fase nell’ambito produttivo, ma sono chiaramente da contemperare anche gli svantaggi esistenti. I robot di intelligenza artificiale possono essere costosi da costruire nelle fasi iniziali e per le piccole imprese con margini ristretti o un capitale iniziale basso, investire nell’IA può essere un’attività troppo costosa e i cui benefici non sono riscontrabili nell’immediato. Sono comunque da considerare i possibili difetti di progettazione e le implementazioni di dati errati e sbilanciati immessi negli algoritmi possono portare a software e artefatti tecnici distorti.
In un futuro, decisamente prossimo, si creerà inevitabilmente una competitività tra chi ha le risorse per investire sui processi integrati di IA e chi no.
Secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano il mercato legato all’IA è cresciuto del +27% nel 2021, con quota 380 milioni di euro e +32% nel 2022 con quota 500 milioni di euro.
Un terzo del mercato italiano dell’Artificial Intelligence (34%) riguarda progetti di Intelligent Data Processing, seguiti da quelli di Natural Language Processing (32%) ovvero Chatbot e le applicazioni di Generative AI come ChatGPT o DALL-E2, che consentono di estrarre ed elaborare automaticamente informazioni da diverse tipologie di documenti e creare testi, immagini e video. Gli algoritmi di Recommendatiom System (19%) e le iniziative di Computer Vision (10%). Infine, si rilevano investimenti su progetti di Intelligent Robotic Process Automation (9%).
Come evidenziato, è chiaro che inizia ad emergere un divario in termini di avvicinamento alla tecnologia per dimensione di impresa. Sempre dai dati 2022 dell’osservatorio da un lato aumenta il numero di grandi aziende che ha avviato almeno una progettualità di AI (61%), dall’altro lato il 15% delle PMI ha fatto altrettanto.
Un Paese come il nostro con un forte diffusione di PMI, necessariamente rischia di risentire di tale divario competitivo di carattere mondiale.
Non è da escludere il forte condizionamento delle crisi dei semiconduttori, un freno all’evoluzione tecnologica dell’IA e non di meno anche l’attenzione alla sostenibilità rispetto al consumo energetico dei Data Center, tema che potrà essere affrontato con il supporto dalla stessa IA.
La sfida dei futuri governi sarà chiaramente quella di supportare le imprese al fine di limare tale divario sostenendo questa fase di difficile avvio, così come lo è stato sugli investimenti in macchinari, prima, e sui processi 4.0, poi, oltre che a regolamentare la delimitazione dei confini tra scelta etica dell’uomo e scelta automatizzata dell’algoritmo.
Nel mondo iniziano a nascere linee guida e regolamenti, il Consiglio Europeo di recente ha approvato l’AI Act, un approccio di regolamentazione basato sulla classificazione delle soluzioni in base al livello di rischio che possono causare sui diritti e libertà fondamentali dei cittadini ora la “palla” passa agli stati membri che dovranno recepire tale regolamentazione.
L’AUTORE
Giovanni Currò, Dottore Commercialista e Revisore Legale con studio in Como e Roma, già vice Presidente della VI Commissione Finanze Camera della XVIII Legislatura. Da Deputato e attualmente continua a battersi per la semplificazione della Pubblica Amministrazione attraverso l’utilizzo dell’innovazione tecnologica. Da sempre attento ai fenomeni economici europei e agli strumenti di politica fiscale.