“Signora Presidente, colleghi senatori, ci troviamo a parlare in dichiarazione di voto di una fiducia balneare. Siamo arrivati a una fiducia balneare perché imposta su questo provvedimento per consentire ai senatori della maggioranza di andare al mare. Altrimenti perché? Presidente, il nostro calendario non prevedeva che restassimo qui fino a mezzanotte? Il nostro calendario non prevedeva che rimanessimo qui a lavorare anche di domenica?
Noi del Movimento 5 Stelle ci siamo attrezzati per questo. Invece no. Questa mattina i trolley erano già preparati per andarsene, perché interveniva una fiducia balneare. Peraltro, questa fiducia interviene dopo che il provvedimento era stato modificato in Commissione giustizia, quindi era stato modificato dal Senato e questo la dice lunga sul rispetto che il Governo ha per i lavori del Parlamento. Ci sarebbero stati i tempi tecnici per un’approvazione di questo decreto-legge anche accettando l’unico emendamento che era stato convertito e recepito dalla Commissione giustizia del Senato.
Il decreto-legge in esame, come è stato ricordato da più colleghi ma vale la pena ricordarlo, è il quinto indultino in pochi mesi; infatti, lo sconto di pena del 10 per cento della pena residua cosa è, se non un indulto? Il peggio, però, è che esso rappresenta il simbolo di un fallimento che inizia da lontano, dalle legislature precedenti – lo ho già detto ma intendo ribadirlo – dall’annuncio del ministro Alfano addirittura del 2010 e sostenuto dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo il quale si sarebbe provveduto (quattro anni fa) ad un piano carceri per la creazione di 14.000 nuovi posti-detenuto in quattro anni. Ovviamente non è stato fatto, ma grazie alla sua incapacità, il ministro Alfano è stato promosso a Ministro dell’interno. (Applausi dal Gruppo M5S). Quello che ci fa più male, però, è che noi abbiamo presentato un piano carceri alternativo, un piano carceri del Movimento 5 Stelle, di cui siamo orgogliosi. È stato deliberatamente ignorato, eppure era ragionevole, economico, veloce e completo.
Tuttavia, la cosa più grave dal mio punto di vista è che nel Paese, grazie a numerosi provvedimenti come questo, non esiste più la certezza della pena. Io mi chiedo e vi chiedo perché non sono mai state riaperte le carceri sulle isole (penso ad esempio a Pianosa e all’Asinara, ma non solo). Forse perché la chiusura delle carceri sulle isole era una delle richieste nella trattativa Stato-mafia? Perché non tratteniamo il Parlamento, quest’Aula, a siglare gli accordi di collaborazione, che devono essere efficaci e non solo formali, con i Paesi d’origine dei detenuti? Potremo star qui per questo argomento, per il problema della sovrappopolazione delle carceri, sì fino a mezzanotte e anche la domenica e anche ad orario continuato. Infatti, affrontare il problema del sovraffollamento nelle carceri è doveroso, ma bisogna farlo strutturalmente, piuttosto che dedicando il nostro tempo a una riforma costituzionale fondata sulla menzogna. Lasciatemi fare un inciso a questo riguardo, perché destinare il tempo di un ramo del Parlamento a una riforma inutile e dannosa, per di più fondata su una menzogna, è una cosa da far sapere agli italiani. Allo stesso modo, bisogna far sapere agli italiani che le tappe forzate per pervenire a una riforma costituzionale in pochi giorni sono necessarie perché le prime votazioni devono arrivare prima che essa venga capita dagli italiani. Infatti, se questa riforma costituzionale fosse capita dagli italiani, non la potreste più far approvare da questo Parlamento. (Applausi dal Gruppo M5S). Perché deve essere capita dagli italiani? Perché gli italiani sono ancora convinti, grazie ai tweet del Presidente del Consiglio, che si voglia superare il bicameralismo perfetto attraverso il superamento del Senato e quindi la sua abolizione, la stessa cui vi siete opposti, perché gli unici a votare per l’abolizione del Senato sono stati il Movimento 5 Stelle e le forze di opposizione”.
Enrico Cappelletti, Portavoce M5S Senato
P.S. Daniela Messina di Castellazzo Bormida è diffidata dall’utilizzo del simbolo del MoVimento 5 Stelle essendo venuta meno agli impegni presi prima della sua elezione.