di Beppe Grillo – Sono pienamente convinto che oggi il nostro pericolo più potente non sia la finanza speculativa, la crisi finanziaria o climatica, ma la nostra colossale ignoranza. Abbiamo una moltitudine di analfabeti: 17 milioni di analfabeti o semianalfabeti e 6 milioni di montati megalomani, politici bambini, burocrati delle professioni che non sanno le cose, operai inesperti. Un ragazzo su due nel sud del nostro paese non capisce cosa legge. E anche con i numeri siamo scarsissimi. Ci sono tre tipi di persone: quelli che sanno contare e quelli che non sanno contare…
C’è anche una confusione linguistica: un milione è 1000 volte 1000, un miliardo equivale a 1000 milioni, ma quando diciamo un miliardo in italiano per indicare 1000 milioni, gli americani dicono 1 billion, mentre 1 bilione per noi corrisponde a 1000 miliardi!
Siamo di fronte ad una enorme crisi, l’ennesima, di un sistema che sempre meno funziona, che non ci rende felici e che ci sta dilaniando, fisicamente e psicologicamente.
Non ci rendiamo conto di vivere in una nuova forma di povertà collettiva, che scaturisce da un tipo di risorse che ha cambiato il cittadino in cliente; per la prima volta nella storia, l’uomo si sta trasformando in una materia prima che viene lavorata, plasmata, immagazzinata, venduta e trasformata in dati. Entro il 2030 avremo 125 miliardi di dispositivi connessi, un milione per chilometro quadrato nelle città, 15 dispositivi a testa. E poi parliamo di privacy? Ma quale privacy? Secondo uno studio McKinsey questo porterà a 13 mila miliardi di dollari all’economia nei prossimi 10 anni e, fattore fondamentale, è che in tutto ciò il cittadino è tagliato fuori.
La globalizzazione, per gran parte dei paesi del mondo, per come è stata gestita, assomiglia ad un patto col diavolo. Nel mondo, meno di 30 persone posseggono le ricchezze di quasi 4 miliardi di persone. Stiamo prosciugando il pianeta e consentendo che milioni di persone muoiano di fame per mantenere in vita un modello che non sembra dare più nessun frutto.
La velocità della tecnologia e l’intelligenza artificiale stanno erodendo milioni di posti di lavoro a livello globale, rendendo il fattore umano superato. Le fabbriche sono sempre più automatizzate e si riesce a mantenere la produzione mondiale senza l’apporto umano. Ogni paese, dagli Stati Uniti alla Cina, dall’India al Giappone, deve partecipare e ogni settore, dall’energia ai trasporti, dal cibo alla tecnologia, deve essere trasformato.
90 aziende private sono responsabili dei 2/3 delle emissioni dei gas serra globali: Chevron, Shell, Bp, Walmart, Ikea… Aziende che producono in Cina prodotti venduti nell’Europa “green”. Le negoziazioni sul clima degli Stati si basano sulle emissioni di ciascuno Stato e non sulla distribuzione di tecnologia ad alta efficienza. Ecco perchè falliscono.
E dicono che io sia un sognatore, ma i sognatori veri sono quelli che credono che si possa andare avanti con questa crescita all’infinito. Io sono un sognatore che si è risvegliato.
Siamo come Willy il Coyote, sospesi senza guardare in basso, perché in basso c’è il burrone. Dobbiamo costringere questo sistema a guardare in basso… è sospeso lì e non guarda. Oggi l’economia del mondo è la coda che muove il cane e non il contrario. Tutto è possibile, e l’impossibile è diventato possibile.
Possiamo immaginare la fine del mondo coi film apocalittici di qualsiasi genere, ma non riusciamo a immaginare la fine di questo tipo di capitalismo.
That’s all folks!