Grazie a una nuova terapia genica, gli scienziati hanno creato cellule sensibili alla luce utilizzando alghe e microbi.
Un team di ricercatori ha ripristinato con successo la visione parziale di una persona non vedente utilizzando un nuovo tipo di terapia genica.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, è una pietra miliare per una terapia basata sui geni in grado di invertire efficacemente uno stato di cecità quasi totale. La terapia prevede, tramite iniezioni, l’attivazione di particolari geni che aiutano a sostituire le cellule della retina danneggiate o perse.
Ovviamente sebbene questa sia una scoperta incredibile, non è nemmeno vicina al completo ripristino della vista.
Questi erano i risultati di uno studio clinico incentrato sul trattamento della retinite pigmentosa, una raccolta di disturbi della vista rari ed ereditari che possono provocare la rottura e la morte delle cellule della retina.
Dopo aver somministrato la nuova terapia genica, i partecipanti alla sperimentazione clinica hanno sperimentato un sostanziale ripristino della vista.
In genere, quando la luce entra in un occhio umano, viene catturata tramite le cellule dei fotorecettori, che quindi trasmettono un segnale elettrico alle cellule gangliari attraverso il nervo ottico. Questo è un passo molto importante verso il trattamento dei disturbi che causano la cecità in generale e in particolare per coloro che soffrono di disturbi molto rari, come quelli ereditari.
Il nuovo studio clinico rappresenta una pietra miliare dall’era degli anni 2000, quindi un cauto ottimismo è estremamente meritato. Questa non è una panacea per la cecità, ma la nuova terapia genica motivo legittimo per una nuova speranza contro la cecità.