“La giunta delle elezioni e le immunità parlamentari del Senato ha salvato Roberto Calderoli dall’accusa di istigazione al razzismo e diffamazione nei confronti dell’ex ministro Cecile Kyenge. Il M5S aveva proposto che si procedesse, non sussistendo alcun nesso funzionale tra le dichiarazioni del senatore Calderoli e l’attività politica. La giunta di Palazzo Madama ha invece rigettato la relazione. Dire “quando la vedo non posso non pensare ad un orango” secondo la giunta non è unoffesa razzista, ma sono termini ‘insindacabili‘, quindi ‘pronunciati nellesercizio delle funzioni politiche‘ di un parlamentare e di conseguenza non perseguibili penalmente. A suo tempo Calderoli era stato condannato unanimemente da tutte le forze politiche: dal capo dello Stato ai presidenti delle Camere, e lo stesso Letta ne aveva auspicato le dimissioni da vicepresidente del Senato, per non parlare del Pd. E ora tutti i politici sono stati pronti a salvarlo, compresa una parte di quello stesso Partito democratico di cui la Kyenge era un’esponente. Non sarà certo la giunta a svolgere il processo, né tantomeno ha il compito di valutare capi di imputazione o di provare la sussistenza delle accuse: quello è il compito che spetta al pm, al giudice e ai difensori. La giunta deve limitarsi a stabilire il nesso tra le dichiarazioni offensive rese pubblicamente e l’attività politica del senatore. Ma la proposta dovrà passare dal voto in aula, staremo a vedere” M5S Senato
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