di Gianni Girotto – Il contratto di Governo tra Movimento 5 Stelle e Lega in tema di rifiuti parla chiaro. Parla di “Modello Treviso” che ora guida il Veneto più virtuoso, non di “modello Brescia” (i 13 inceneritori lombardi con il più grande forno d’Europa quello di A2A) che frena anche le tantissime eccellenze lombarde. Parla di chiudere inceneritori e discariche. Non di realizzarne.
IL CONTRATTO
“Una corretta e virtuosa applicazione dell’economia circolare, in linea con la gerarchia nella gestione dei rifiuti europea, comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi. A tal proposito il sistema di economia circolare di riferimento è quello oggi adottato dal servizio pubblico della provincia di Treviso, studiato in tutto il Mondo».
IL VENETO CHE CHIUDE E CANCELLA 4 INCENERITORI – In Veneto oggi, grazie ad un modello prevalentemente pubblico, che vede la raccolta porta a porta con tariffa puntuale come fulcro, oltre il 70% dei rifiuti urbani è differenziato e inviato a recupero di materia e compostaggio. Sono attivi 2 soli inceneritori piccoli e medi (quello di Padova 170mila tonnellate annue e quello di Schio 80mila tonnellate annue. Per avere i numeri quello di Acerra è da 725.000 tonnellate annue). In questi anni la Regione ha fermato quello di Verona-Cà del Bue e chiuso quello di Venezia. A Treviso ne sono stati cancellati 2, come spiega bene questo articolo che rilancia il ‘Modello Treviso’ nel contratto di Governo.
Del resto era Zaia nel 2015 a tuonare contro lo ‘Sblocca Italia’ di Renzi “Abbiamo tre inceneritori e non ne costruiremo altri: siamo una Regione ‘riciclona’ e puntiamo dritti sul compostaggio”. Dal 2015 la Regione Veneto ha chiuso un nuovo inceneritore per rifiuti urbani e come ricordato oggi ne ha solo 2.
Nel 2011, quando qualcuno proponeva ancora inceneritori facendo infuriare Zaia, il Veneto differenziava il 57%. La Campania nel 2016 era al 52%, Il sindaco De Magistris avvii subito la raccolta porta a porta in tutta Napoli e la Campania diventerà come il Veneto!
In Veneto si è usato il buonsenso e un ottica di lungo termine. Si fa prima e costa meno fare raccolte differenziate spinte e puntare su impianti di recupero di materia e compostaggio. Del resto per costruire un inceneritore, oltre ai costi esorbitanti, ci vogliono dai 5 agli 8 anni.
IL MODELLO TREVISO – Il modello pubblico proposto e realizzato in provincia di Treviso, che ha 900mila abitanti ed evitato la costruzione di 2 inceneritori e chiudere tutte le discariche prevede tutte azioni previste nel ‘Contratto di Governo’ :
– Programmi riduzione rifiuti
– Raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale (più ricicli meno paghi). Oggi la Marca differenzia l’86% dei suoi rifiuti producendo solo 45 kg di rifiuto pro capite l’anno (43.000 tonnellate annue). In Italia la media è di 270/300 kg annui pro capite.
– Impianti di selezione, trattamento meccanico biologico (riducono ulteriormente la massa dei rifiuti del 10% portando le tonnellate da smaltire a 35.000 annue in provincia di Treviso).
– Impianti di riciclo e recupero-riutilizzo materia. Proprio quest’anno è stata avviato il primo impianto al Mondo di riciclo pannolini (il 10% dell’indifferenziato). Ora tratta solo poche centinaia di tonnellate ma a regime potrebbe portare l’indifferenziato della provincia di Treviso a soli 35 kg abitante l’anno. Cioè 35.000 tonnellate annue che ridotti dal trattamento meccanico biologico potranno diventare in futuro meno di 25mila tonnellate l’anno. Sono numeri che industrialmente escludono qualsiasi nuovo inceneritore.
– Impianti di compostaggio, per riciclare i rifiuti organici che diventano fertilizzante.
Queste azioni unite ad altre che stiamo iniziando ad approvare in diversi provvedimenti come l’Iva agevolata al 5% per i prodotti da riciclo o compostaggio, l’obbligo di pesa per gli autodemolitori, unito all’obbligo di inviare a riciclo-recupero materia ogni parte riciclabile da autodemolizione (parliamo di oltre 1 milione di tonnellate annue), la raccolta differenziata della organico in tutti i Comuni italiani entro il 2020, il divieto di
usa e getta di plastica (avviando progetti di riconversione industriale per le aziende del settore) possono portare l’Italia verso un vero cambiamento che farà bene creando decine di migliaia di posti di lavoro.
CHIUDERE 34 INCENERITORI SU 51 – Il collega Alberto Zolezzi sta ultimando uno studio avvalendosi di esperti. Con il “Modello Treviso”, grazie alla raccolta domiciliare portando l’Italia all’obiettivo minimo del 65% di differenziata (oggi siamo al 52%) realizzando impianti di riciclo, trattamento meccanico biologico, selezione, compostaggio si passerebbe subito da 51 a 17 inceneritori! Più altre decine di discariche chiuse. Il primo passo verso Rifiuti Zero.