“Qualche tempo fa andai in Norvegia per lavoro. Mi fermai in un paesino ridicolo vicino a Oslo, rimasi ospite per qualche giorno a casa di alcuni operai del settore ittico, lavoravano in una riserva dove si allevavano i salmoni. Rimasi colpito dallo stile di vita, erano solo 440 abitanti, si, proprio 440 abitanti in quel paesino. Ognuno aveva la casetta con il tetto a punta per facilitare lo scivolìo della neve. I giardini non avevano reti di recinzione, ognuno sapeva benissimo quale era il suo confine e non si sarebbe mai permesso di invadere l’altrui. Quando le persone finivano di lavorare si ritrovavano in una specie di “TUTTOAVERE” una sorta di bar alimentari panificio scatolificio falegnameria fruttivendolo con filodiffusione annessa. Prendevano un vomito di aperitivo e poi via, a casa a mangiare e di nuovo via, su internet “gratis”. Alle 22:00 ci si trovava sempre nel “TUTTOAVERE” che nel frattempo aveva abbassato le luci e dava birra a tutti, trasformandosi in una sorta di pub. Due palle da trauma, non si può descrivere lo smaronamento. Gente strana i Norvegesi, talmente strana che non trovavi un pezzo di carta per strada e tanto meno sulle rive dei fiordi, niente lattine niente bottiglie vuote, perchè i poliziotti erano pochi ed eccezionalmente simpatici nonché ospitali, ma se ti beccavano a sporcare strade o giardini, 45 gg. di galera e TOT soldi di multa da pagare, e TOT soldi equivalevano a 3 mesi di stipendio. La raccolta differenziata hanno cominciato a farla quando noi in italia regalavamo la banche ai privati, tanti anni fa. Mi colpì un bambino di 4 anni, Nicolas, vivace e un tantinello rompi balle, finito di mangiare il gelato però prese l’astuccio che lo conteneva ed uscì di casa, con un freddo porco, e depositò l’involucro nell’apposito contenitore per la plastica, perchè gli hanno insegnato che il mondo si può salvare solo con il rispetto e la cura dello stesso. Chi lo va a dire a Nicolas che tutto ciò che fa è inutile?” Moreno Corelli
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