di Ivan Lasco – Un bisogno, un’azione che compiamo quotidianamente per più volte al giorno. I medici ci dicono di mangiare poco ma spesso, però le successive svariate diete suggeriscono di consumare uno o due pasti al giorno, c’è chi dice di fare un abbondante colazione e chi sconsiglia di farla. Paleo-dieta, dieta vegana, fruttariana e chi più ne ha più ne metta. Non c’è dubbio, alimentarsi è oltre che un bisogno, un business. A volte una moda.
Ma cosa comportano le scelte alimentare di miliardi di consumatori? Il mondo è ancora diviso tra nazioni sviluppate e sotto sviluppate, le scelte dei consumatori dei Paesi più ricchi incidono irrimediabilmente sulle vite degli individui nei Paesi meno sviluppati. In che modo?
I modi sono veramente svariati, basti pensare che almeno il 15% dell’emissione dei gas serra é dovuto all’allevamento (solo il 13% é riconducibile al settore trasporti mondiale); che per produrre un chilo di carne di manzo occorrono circa 15.500 litri di acqua potabile; che il settore zootecnico utilizza il 30% dell’intera superficie terrestre o che mangiando un chilo di carne vengono perse quasi il 99% di calorie di cibo utilizzate per produrre la carne stessa.
Tutto questo comporta un drastico innalzamento delle temperature e del livello dei mari, oltre che ad un costante inquinamento atmosferico, del suolo e delle falde acquifere. Inoltre per via dell’immane spreco di calorie e di acqua potabile, le scorte di cibo planetarie non possono soddisfare oggi, il fabbisogno globale. Pensiamo per esempio che l’agricoltura di tutto il continente africano, serve a soddisfare i bisogni alimentari di tutti gli animali destinati al macello degli Stati Uniti.
Questi semplici dati non sono da sottovalutare, se teniamo conto che solo nell’anno 2010, circa 3 milioni di persone sono state costrette ad emigrare per motivi conflittuali o politici, mentre ben 40 milioni sono emigrati per motivi ambientali.
Il contributo che creiamo allo sviluppo dell’immigrazione, é dopotutto anche motivato dagli effetti negativi che si ripercuotono sulle economie piú deboli. In quanto consumatore, ogni individuo favorisce o sfavorisce le modalità di produzione e la produzione stessa dei prodotti. Scegliere alcuni prodotti significa favorire il land-grabbing (accaparramento delle terre), fenomeno oltremodo deleterio per i Paesi poveri, a cui si sottraggono terre a costi bassissimi, nella maggior parte dei casi favorendo condizioni disumane, spesso vicine allo schiavismo, da parte delle multinazionali sulle popolazioni locali.
Anche il fenomeno della finanziarizzazione dei prodotti alimentari non é certo un problema da sottovalutare, ma quasi mai preso in considerazione: l’alimento si é oggi trasformato in vero e proprio prodotto finanziario, e come tale, é sottoposto alle scelte di mercato, quindi con prezzi volatili che incidono negativamente non solo sul potere d’acquisto delle famiglie dei Paesi in via di sviluppo, ma anche sulla disponibilità finanziaria delle piccole e medie imprese di questi Paesi già ampliamente penalizzati.
Una sola scelta insomma, moltiplicata per miliardi di individui, modifica l’habitat e l’economia mondiale con gravi ripercussioni sui Paesi da sempre piú in difficoltà, e quindi favorendone direttamente ed indirettamente la migrazione.
Il peso delle nostre scelte alimentari favorisce senza ombra di dubbio l’intensificazione dell’immigrazione. Il fenomeno è in crescita esponenziale proprio perché i due fattori sono sempre più interdipendenti.
La consapevolezza individuale é sempre più importante per la risoluzione dei problemi globali; anche un sensibile cambiamento nelle abitudini di ognuno di noi, può contribuire notevolmente alla salvaguardia del pianeta e dei propri abitanti.
Ne “La Fabbrica Degli Immigrati” pongo appunto l’accento sul ruolo di responsabilità individuale e informa sui provvedimenti, sin ora adottati (o non adottati), da parte dei Governi mondiali; con numerose informazioni e spunti riflessivi, per permettere di guardare in modo diverso il fenomeno migratorio, incoraggiando una visione globale degli avvenimenti mondiali.
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L’AUTORE
Ivan Lasco, nato a Napoli nell’ottobre del 1987, si diploma presso l’istituto nautico, per poi intraprendere quattro anni dopo, la carriera militare nell’Esercito Italiano. Laureatosi in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali, é attualmente Agente della Polizia di Stato.