Immaginate che un intero edificio venga sollevato da terra e spostato altrove, senza smontarlo e senza demolirlo. È quanto sta accadendo a Shanghai, dove un intero blocco di un quartiere (dove era presente una importante scuola) costruito negli anni ’30 è stato trasferito di 62 metri grazie a 432 piedi robotici coordinati da un sistema intelligente. Il blocco in questione pesa circa 7.600 tonnellate ed è stato sollevato e spostato centimetro dopo centimetro senza subire danni strutturali. L’intervento è stato necessario per liberare l’area destinata alla realizzazione di un nodo infrastrutturale sotterraneo, composto da nuove linee metropolitane, parcheggi e spazi pubblici.
La struttura, in stile shikumen, è tipica dell’architettura storica della città. Per evitarne la demolizione, è stata applicata una tecnologia che permette a 432 supporti meccanici di “camminare”, replicando i movimenti umani. L’intero processo è gestito da un’intelligenza artificiale che controlla inclinazione, distribuzione del peso e adattamento al terreno in tempo reale.
Questa operazione mostra una possibilità concreta, quella di sviluppare infrastrutture urbane senza sacrificare il patrimonio esistente. In contesti europei, dove la densità storica è elevata e i vincoli sono numerosi, soluzioni di questo tipo potrebbero rappresentare una via per evitare il blocco di opere pubbliche importanti. Invece di scegliere tra conservazione e sviluppo, si apre una terza opzione, quella del trasferimento controllato e reversibile.
Esistono già esempi simili in altre zone della Cina, dove interi edifici in legno sono stati spostati manualmente. A Shanghai, la tecnologia robotica ha permesso di applicare lo stesso principio su strutture più pesanti, in un contesto urbano complesso. L’idea non è solo quella di preservare un edificio, ma di ripensare la logica urbanistica in modo più flessibile. Se le città diventano più mobili, adattabili, meno rigide nella loro disposizione, possono affrontare meglio le trasformazioni ambientali, demografiche e infrastrutturali.
Questa sperimentazione non offre soluzioni immediate a tutte le criticità urbane, ma introduce un approccio tecnico e culturale che merita di essere osservato da vicino. È un esempio concreto di come la tecnologia possa agire nel rispetto della storia, senza rinunciare al cambiamento.