Nelle città di tutto il mondo le congestioni del traffico e il deterioramento dei sistemi di trasporto pubblico stanno diventando un vero problema. Girare per le città diventa frustrante, crea tempi di viaggio impossibili e impedisce l’accesso a luoghi urbani. Ma è più che una fonte di frustrazione: i problemi di mobilità minacciano l’intera economia delle città.
Capiamo di cosa stiamo parlando.
Gli approcci tradizionali per risolvere i problemi di mobilità non sono sostenibili. Costano troppo, sono inquinanti ed è pressoché impossibile gestirne i tempi.
É da qui che nasce l’interesse per le nuove forme di mobilità come il ride sharing, biciclette free-floating, veicoli elettrici autonomi, piattaforme di mobilità digitale e altro ancora. Non certo per le preoccupazioni ambientali.
Queste nuove possibilità potrebbero essere la chiave giusta e spingere le persone a rinunciare a spostamenti estenuanti in veicoli privati e portarli verso metodi che offrano viaggi più rapidi, più facili e più puliti.
Ma quando si tratta di attuarle c’è sempre un problema: la maggior parte delle città e delle autorità dei trasporti hanno effettivamente rinunciato al controllo su di esse, consentendo agli attori privati di competere senza restrizioni con i tradizionali metodi di trasporto. Ma nel calcolo costi-benefici dei tradizionali metodi non vengono mai conteggiati i veri costi che le persone e le amministrazioni subiscono. Così si attende che miracolose innovazioni risolvano tutto. Ma questo non è il modo di procedere.
Spetta alle città essere parte della rivoluzione, sono loro che devono scegliere le tecnologie più adatte. I governi delle città devono, in una parola, mobilitarsi o il tessuto economico ne risentirà ancora.
Sebbene traffico ed economia non siano così spesso messe in relazione, il loro legame è invece molto forte. Forse non così palese, ma il rapporto tra trasporto e crescita economica è ben radicato anche nella teoria economica.
Come ha spiegato Adam Smith nella “Ricchezza delle Nazioni”, i miglioramenti nei sistemi di trasporto aumentano l’estensione di un mercato, consentendo la divisione del lavoro e sbloccando le economie di scala. Lo sviluppo delle principali città del mondo segue infatti questo modello.
A New York la costruzione della metropolitana unì i suoi cinque quartieri e creò quella che oggi è la seconda città più grande del mondo in termini di PIL. A Parigi la costruzione della metropolitana regionale e della rete autostradale urbana, negli anni ’60 e ’70, ha cambiato la forma di un territorio, aumentando il numero di abitanti da 5 milioni nel 1900 a 12,2 milioni di oggi.
Come molti economisti (tra cui Jean Poulit e David Levinson) hanno dimostrato, nelle aree urbane la mobilità porta ricchezza favorendo l’accesso.
Ma accesso a cosa? L’accesso è il numero di destinazioni che si possono facilmente raggiungere. L’accesso è la dimensione effettiva della città. Dato che i budget giornalieri di viaggio hanno raggiunto ovunque uno stato stazionario, l’aumento dell’accesso si basa sulla velocità del trasporto: quanto velocemente gli individui possono raggiungere i loro luoghi di lavoro e le destinazioni commerciali, come negozi e ristoranti.
Spostare molte persone a un ritmo veloce in aree densamente popolate è vitale per le città di oggi. L’accesso aumenta la produttività consentendo un migliore abbinamento tra domanda di lavoro e offerta di lavoro. L’accesso attiva anche il commercio, attirando le aziende che cercano di beneficiare di una grande quantità di lavoratori di talento.
Ultimo ma non meno importante, l’accesso favorisce l’inclusione sociale ed economica aumentando gli scambi tra le diverse parti di un’area metropolitana. Ma qualcuno potrebbe sostenere che questo è stato fatto, o almeno ci si è provato. Le città hanno usato tecniche tradizionali, costruendo nuove strade o estendendo le linee di transito esistenti. Ma questo ha peggiorato le cose. Ha aumentato la congestione.
I dati sul traffico mostrano che dal 2008 al 2016, i livelli di congestione sono aumentati da 10 a 15 punti in tutte i grandi centri urbani come New York, Los Angeles, San Francisco. I livelli di emissioni di carbonio e di particelle sono diventate insostenibili, costringendo la maggior parte delle città ad alzare i limiti consentiti.
Cosa fare quindi?
Alcuni potrebbero pensare che la soluzione a tutte queste sfide risieda nelle nuove tecnologie. In effetti, la tecnologia farà parte della soluzione finale. Ma da sola non basta. La soluzione è un sistema condiviso tra pubblico e sharing, in cui il cittadino si senta finalmente libero di muoversi in poco tempo, semplicemente ed economicamente.
Una combinazione tra nuove tecnologie dirompenti e una nuova idea di città, potrebbe davvero preparare il terreno per una rivoluzione che, se correttamente gestita, aprirà un nuovo mondo di opportunità per le città.