
Succede in Cina, dove alcune toilette pubbliche, a Shanghai, Pechino e in altre città, sono state dotate di orinatoi “intelligenti” capaci di eseguire in pochi secondi analisi sull’urina degli utenti. Un progetto che sta suscitando curiosità e che segna un’ulteriore applicazione della tecnologia ai servizi sanitari di massa.
Il funzionamento è molto semplice: l’utente paga circa 20 yuan (meno di 3 euro) tramite app come WeChat, urina nel dispositivo, e dopo pochi minuti riceve sullo smartphone un referto con alcuni valori chiave. Tra questi: glucosio, calcio, vitamina C, creatinina, globuli bianchi e pH. L’obiettivo non è una diagnosi clinica ma uno screening rapido per segnalare potenziali anomalie da approfondire con un medico.
Il sistema, basato su sensori avanzati, garantisce una precisione dichiarata del 95% e invia i dati attraverso tecnologia blockchain per proteggere la privacy degli utenti. I promotori parlano di “medicina preventiva in tempo reale”, mentre un messaggio chiaro sui dispositivi avverte che “Non si tratta di un dispositivo medico, ma di uno strumento indicativo per la gestione personale della salute.”
Nei primi mesi di sperimentazione, sono già stati rilevati oltre 120 casi di diabete non diagnosticato. L’iniziativa ha raccolto attenzione sui social, ad esempio, il regista Christian Petersen-Clausen ha raccontato su X di aver ricevuto un allarme per carenza di calcio, poi confermato e corretto con un secondo test.
Mentre altrove si discute ancora di sanità digitale, in Cina si sperimentano già strumenti capaci di integrarsi nella vita quotidiana segnale di come la prevenzione possa partire anche dai gesti più semplici.