foto: Walt Reuther Library
La sera, prima di dormire, gli italiani pensano ai loro dipendenti pubblici. Per ognuno una preghierina della sera. Come dei buoni padri di famiglia ci preoccupiamo di riuscire a garantirgli pranzo e cena. Un pensiero, che per i più scrupolosi tra noi, che temono sempre di non rispettare gli impegni, si trasforma in un incubo. Produce mugolii nel sonno che svegliano i familiari preoccupati. La mattina, aperti gli occhi, ci precipitiamo al lavoro per mantenere i nostri TREMILIONITRECENTOSETTANTASETTEMILANOVECENTODICIOTTO dipendenti.
Non sempre ci riusciamo, è vero. E, quando succede, ci indebitiamo un po. Il debito pubblico aumenta e il costo dei dipendenti pubblici pure. Lineare. Una popolazione pari quasi allintera Irlanda pesa sulle nostre spalle. In pratica manteniamo lIrlanda. In compenso abbiamo servizi efficienti, puntuali, da fare invidia alla Svezia. Non dobbiamo sempre lamentarci. Anzi.
I dipendenti pubblici dovrebbero aumentare fino a raggiungere lintera popolazione attiva italiana. Assumiamoci tutti ed eliminiamo i datori di lavoro. Diventiamo datori di lavoro di noi stessi.
Il Pil diminuirà? Moriremo di fame? No, perchè potremo sempre lavorare in outsourcing per gli altri Paesi, per qualche ministero del Terzo Mondo. E, se non bastasse, cedere quote di dipendenti alla Cee.
Aboliamo il privato e premiamo il pubblico. Questa odiosa discriminazione per cui solo alcuni cittadini possono diventare dipendenti pubblici deve cessare. Il pubblico deve essere pubblico, di tutti. Nessuno si lamenterà più dellinefficienza, gli aumenti saranno programmati per tutti. Saremo tutti una grande famiglia da mantenere.