La multinazionale Eaton ha chiuso la sua fabbrica di Massa. Il motivo? Deelocalizzazione. L’Italia è quel Paese da cui si delocalizza sempre, ma dove non si localizza mai.Dovremo delocalizzare gli italiani.
“Questa mattina sfilavo per le via di Massa insieme a moltissime altre persone. Un corteo di disperati, lavoratori della EATON, immigrati, pensionati, cassaintegrati con scadenza a breve tempo. Pioveva e anche tanto. Un corteo lungo e composto, dignitoso, ma quasi rassegnato. La lunghissima fila era aperta dal vice sindaco e dal presidente della regione toscana Enrico Rossi,e dietro migliaia di operai che venivano anche da lontano. Abbiamo camminato fin sotto al palazzo della Provincia, pochi slogan, pochi fischi, poche parole. Pochi giorni prima i manganelli della polizia avevano dato sfogo sulle schiene di questi poveri disgraziati che esausti e stanchi di non avere risposte, avevano cercato di occupare l’autostrada per attirare un poco d’attenzione. Questo pezzo dell’Italia che sta subendo l’ennesimo sopruso ormai è stanco. Una donna anziana fasciata con una bandiera con su la scritta Unione Pensionati cantava con un megafono, canzoni del secolo scorso, dove si invocava l’unità, la lotta contro il padrone tiranno, la lotte di classe, la rivendicazione al lavoro. Ho chiesto ad un giovane universitario dagli occhi trasparenti perchè era lì… quali erano i motivi e cosa c’era che non andava… Mi ha guardato incredulo… Perchè?” mi ha risposto, “Stai facendo una battuta? Non è abbastanza chiaro?…QUI NON VA NULLA”. Sara Paglini, Carrara
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