Sequestrata dalla ‘ndrangheta. Torturata. Uccisa. Sciolta nell’acido in un campo alla periferia di Monza. In quella Lombardia dove secondo la Moratti la mafia non esiste. La mafia che si prepara all’abbuffata di EXPO 2015. Lea Garofalo era collaboratrice di giustizia. Suo fratello era già stato vittima della criminalità organizzata. Una donna minuta, giovane, scomparsa in centro di Milano, in corso Sempione, una sera, dopo aver salutato sua figlia. Prelevata e poi dissolta nella terra di un prato. Era senza scorta e non se ne capiscono le ragioni. Chi più di lei aveva assoluta necessità di una scorta? Perché non le è stata assegnata d’autorità anche nel caso l’avesse rifiutata? Lea è un messaggio: chi parla è perduto, lo Stato non lo proteggerà. Vorrei che fosse reso pubblico l’elenco dei collaboratori di giustizia senza scorta. Per sapere in anticipo chi sarà il prossimo ad essere vittima della lupara bianca.
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