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“Caro Beppe,
oggi ho letto una notizia che mi ha lasciato uno sconforto infinito e una rabbia indescrivibile. Ieri Norman, un ragazzo di 27 anni, si è tolto la vita lanciandosi dal terrazzo della facoltà di lettere di Palermo perchè non riusciva più a vedere il suo futuro, chiuso da un ambiente che non riesce a dare lavoro neanche ai migliori. Si era laureato con il massimo dei voti in filosofia della conoscenza e della comunicazione. Lascia una famiglia distrutta che non troverà mai pace per quello che è successo. Suo padre ha parlato di “omicidio di Stato” e ha detto il vero. Questi vecchi bastardi che hanno in mano il Paese ci stanno togliendo tutto, pure la possibilità di sognare una vita normale. Spero darai spazio a questa notizia che ovviamente non è stata neanche accennata dalle tv del regime. Forse non è molto, ma credo che almeno questo Norman lo meriti e spero possa servire ad aprire gli occhi a quanti stanno svendendo il nostro domani per soldi e mignotte.” Alberto M.
Un ragazzo si è suicidato. E’ stato ucciso da un Paese incapace di intendere e di volere, non in possesso delle sue facoltà. Quindi non imputabile per le sue azioni, non condannabile. Il padre di Norman Zarcone ha detto che si tratta di “omicidio di Stato“. Ma chi è lo Stato? Se chiedete in giro nessuno vi dirà: “Sono io lo Stato!“, magari con fierezza oppure vergognandosi, ma almeno con un’assunzione di responsabilità. Lo Stato è sempre qualcun altro e chi si fa i cazzi suoi campa cent’anni. Norman è stato ucciso da decine di milioni di italiani, è stato un omicidio di massa, di indifferenti che muovono il culo solo se sono toccati direttamente. Un corpaccione amorfo che ha come stella cometa l’istinto di sopravvivenza e come orizzonte il prossimo fine settimana. I giovani migliori se ne vanno dall’Italia, emigrano, qualche volta si suicidano come Norman o rinunciano a un progetto per il futuro. Un Paese di vecchi che divora i propri figli come Saturno, di raccomandati, di prostituti e di prostitute, del proprio corpo o della propria coscienza. Un Paese che vive sul calcolo delle probabilità, sul fatto che la morte sul lavoro, il pizzo, la malasanità, la disoccupazione riguardino sempre gli altri. L’Italia è spaccata in due, non tra Nord e Sud, tra Sinistra e Destra, ma tra giovani e vecchi. I giovani non hanno nulla perché i vecchi hanno tutto.