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Forse mai nella storia italiana un’opera pubblica è stata inutile in modo palese sin dall’inizio come la TAV in Val di Susa. Un’opera che costerà decine di miliardi di euro a carico dei contribuenti, su un un tratto già servito dalla Ferrovie e dall’autostrada, in previsioni di un incremento di trasporto merci che non ci sarà mai, ma che anzi diminuisce. La TAV finirà tra vent’anni, quando i responsabili di questa scelta sciagurata non ci saranno più. Lascerà un debito generazionale spaventoso che pagheremo con le tasse e una valle sconvolta per sempre. Un tunnel di 57 chilometri che modificherà la struttura del territorio, comprese le fonti d’acqua. I fondi della UE di cui si riempiono la bocca i politici serviranno solo per una mancetta alle imprese e alle sicure infiltrazioni mafiose. In un’Italia dove i treni dei pendolari sono carri bestiame e le stazioni sempre più fatiscenti, questa dissipazione di soldi pubblici, quattro volte il Ponte di Messina, grida vendetta. Ma, se la TAV non serve, anzi distrugge, allora a chi serve? Solo a chi prenderà i soldi e a chi glieli farà avere : politici e costruttori! Domani sarò in Val di Susa a sostenere i suoi abitanti. Sarà Dura!
Pubblico una lettera di Ambientevalsusa e del Movimento No Tav con le ragioni dei valsusini.
Scaricate e distribuite il volantino con il testo completo, dopo averlo letto nessuna persona sana di mente vorrà più lo scempio della TAV.
“Caro Beppe,
ti scriviamo dalla Valle di Susa, dove alle tre di notte del giorno 19 gennaio 2010 millecinquecento poliziotti hanno preso militarmente a Susa, un’area privata all’interno di uno svincolo autostradale per installare una delle famose trivelle che dovrebbero verificare i terreni per la linea TAV. I nostri vecchi in Valle dicono che di notte si muovono solo i ladri e malfattori; quelli che vogliono il TAV evidentemente seguono gli stessi criteri. Domenica il partito bipartisan del TAV, destra, sinistra, costruttori e appaltatori vari si ritroverà a Torino, al Lingotto, per la famosa marcia SI TAV che da anni Chiamparino invoca. Vabbè, marcia; alla fine si chiuderanno nel loro fortino, entreranno su invito, e saranno i soliti noti della politica e qualche amico. La solita famiglia ristretta di affaristi accompagnati da molte persone che non sono evidentemente informate sui danni del TAV. Tutti noi che da anni seguiamo l’argomento sentiamo l’obbligo morale di diffondere l’informazione tecnica, economica ed ambientale su questo specifico argomento. Ti invitiamo in Valle e ti chiediamo un aiuto per diffondere le informazioni che seguono sul famigerato progetto della Torino Lyon, informazioni che naturalmente i giornali non danno.
Gli approfondimenti sono tutti reperibili sui siti internet. Ti ringrazio a nome di tutta la redazione di Ambientevalsusa e del Movimento No Tav.”
Claudio Giorno
Questi i principali dati tecnici, economici ed ambientali sconosciuti alla gran parte delle persone:
Utilità – La linea attuale internazionale tra Torino e Modane è utilizzata al 30% della sua reale capacità ed anche l’autostrada è utilizzata per meno del 50%
Previsioni Traffico – Le previsioni di traffico dei progettisti finora si sono rivelate errate. Si basano sul concetto della crescita infinita che prevede per ogni punto di PIL in più una crescita dei traffici di 1,4 punti.La linea attuale secondo le stime doveva essere satura già quest’anno, la cosa non è avvenuta. La crescita continua non esiste ed il trasporto di merci diminuisce costantemente e di conseguenza le necessità di trasporto.
Secondo LTF la linea futura troverebbe una stabilità di bilancio con 40 milioni di tonnellate di merci all’anno trasportate. La linea attuale ne può trasportare almeno 20 milioni. Ne vengono oggi trasferite 4,8 milioni. Anche trasferendo tutto il traffico merci autostradale sulla ferrovia attuale si arriverebbe ad un utilizzo della ferrovia attuale di circa il 50% della sua capacità
Costi – Mauro Moretti, AD di Trenitalia ha dichiarato che il costo a preventivo della linea è di 120 milioni al km, 3/4 volte in più rispetto ai costi medi francesi (vedi articoli Il Sole 24 ore del 13 gennaio corrente). Inoltre i costi a preventivo aumentano in genere di 2,3 volte a fine lavori. L’Italia ha anche sottoscritto un accordo economico per cui la parte internazionale sarebbe a carico del nostro paese per il 65%.
Finanziamenti – I finanziamenti della UE di circa 600 milioni oggi in ballo servirebbero essenzialmente per gli studi. Le azioni a garanzia dei territori portate avanti sotto forma di petizioni dai cittadini ed amministratori locali a partire dal 2004 sono ancora aperte presso la UE e riguardano la mancanza condivisione del progetto, i rischi sanitari per i territori, i rischi ambientali
Tempi – Ammesso che si potesse mai realizzare tale linea ci vorrebbero almeno 20 anni di cantieri. Durante questi anni i costi aumenterebbero e tutto il traffico ferroviario dovrebbe essere trasferito per lunghi periodi sull’autostrada poiché la costruzione della nuova linea coinvolgerebbe anche la vecchia bloccandola di fatto. Non è stato finora valutato l’aspetto logistico ed i costi sociali di queste eventuali scelte, allo stesso modo non è stato fatto un rapporto costi benefici per la nuova linea
Acqua – Il rapporto COWI commissionato da UE e LTF denuncia la perdita sicura di acqua nel caso di realizzazione gallerie nel massiccio Ambin. Questa perdita sarebbe pari al fabbisogno di 1.000.000 di persone ogni anno, per sempre. Le aree della collina morenica e dell’Orsiera non rientrano nel calcolo
Calore – I progetti Alpetunnel chiariscono che all’interno della galleria ci sarebbero 50 gradi (gradiente termico). Bisognerebbe lavorare in quelle condizioni con presenza grisou, radon, uranio, almeno 17 faglie con rocce in movimento, grandi quantità d’acqua in forte pressione. Poi ci sono rocce inconsistenti, laghi sotterranei e pressioni altissime. Nessuno ha oggi la certezza che la galleria lunga di 57 km sotto alle Alpi sia realmente fattibile, né si conoscono i costi reali di costruzione ed eventualmente di gestione
Molti altri gravi problemi esistono, sono previsti o potrebbero nascere ex novo in fase di realizzazione, altri scaturirebbero da un cambiamento delle condizioni di mercato presenti fra 20 anni, quando gli ottimisti prevedono di veder conclusa l’opera. Come se non bastasse l’investimento necessario sarebbe colossale ed ora è chiaro, totalmente caricato sulle spalle dei cittadini. Tanto ci sentiamo obbligati a comunicare. Chi crede veramente nel progresso si tenga informato.
Ambientevalsusa e del Movimento No Tav
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