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Marco Pannella si sta battendo per una causa giusta, contro le morti in carcere, ogni anno più di 150, molte di queste oscure e riportate purtroppo con regolare cadenza su questo blog. Non ci vogliono più carceri, ma meno detenuti. Va abolita la legge Fini-Giovanardi che criminalizza l’uso delle marijuana. I reati amministrativi vanno sanzionati con gli arresti domiciliari e un lavoro di carattere sociale. Inoltre, quando questo sia possibile, gli stranieri, extracomunitari o meno, devono poter scontare la pena, qualunque essa sia, nel loro Paese di origine, vicino alla famiglia. Il carcere in Italia non serve a riabilitare nessuno, ma a uccidere. E’, di fatto, una scuola di criminalità. Basta nuove carceri e che le istituzioni (ma quali? questo è il problema) ascoltino Marco Pannella. “Caro Beppe,
come saprai Marco Pannella è dovuto arrivare, dopo due mesi di sciopero della fame, al digiuno totale della fame e della sete, per richiamare l’attenzione delle istituzioni su due questioni: la necessità e l’urgenza di una amnistia quale primo passo per affrontare la crisi della giustizia (tempi lunghi e prescrizioni la rendono di fatto inesistente) e l’emergenza del sovraffollamento delle carceri (solo negli ultimi 10 anni ci sono stati più di 650 suicidi in carceri che oggi contengono oltre 68 mila detenuti a fronte di 44 mila posti regolamentari!); il silenzio dell’informazione e l’assenza di ogni confronto democratico su questa come su ogni altra questione che interroghi la coscienza dei cittadini e richieda importanti decisioni politiche e gravi scelte legislative.
Le proposte di Marco si possono condividere e non condividere, si può ritenere sproporzionato mettere a rischio la propria vita su tali questioni ma non si può negare che esse corrispondano ad urgenze obiettive della Repubblica e dell’intera società. La crisi della giustizia e la situazione inumana delle carceri pongono in grave pericolo l’esistenza stessa dello Stato di diritto, come ci ammonisce da tempo il Consiglio d’Europa e con le sue sentenze la Corte europea dei diritti dell’uomo. La disinformazione e l’assenza di confronto e dibattito paritario non riguardano soltanto le prerogative negate di questa o quella forza politica, e in questo caso del Partito Radicale, ma colpiscono alla radice uno dei fondamenti stessi del corretto funzionamento di ogni democrazia.
Come sai molto bene, Marco non ha mai smesso di confidare nel vostro dialogo e nel tuo aiuto nel creare occasioni di impegno comune per far fronte a questo Regime partitocratico. Ti chiediamo di aiutarci come credi a far conoscere le sue ragioni. Questo è un video su un’iniziativa clamorosa, non per le tv italiane, che contiene un messaggio di Marco di qualche minuto. Grazie.” I compagni di Marco, della segreteria e del suo staff