di Paolo Ermani – Quando si parla di energia in Italia si sentono affermazioni assai singolari o del tutto campate in aria anche da “esperti”, accademici e da persone più o meno indirettamente al servizio delle grandi compagnie energetiche. Si pensi ai media che ricevono laute sponsorizzazioni dalle multinazionali dell’energia che sono potentissime.
Nel periodo in cui gli apprendisti stregoni volevano riempire l’Italia di nucleare “gli esperti” ci dicevano che senza il nucleare eravamo spacciati, non avevamo alcun futuro e si sarebbe passati da un black out all’altro, che saremmo stati fuori dalla storia e dal progresso con inevitabile ritorno alle candele. Ovviamente nulla di tutto questo si è verificato, anzi è sempre più chiaro quale mostruosità sia quella energia di morte che è il nucleare. Ora è la volta del gas e dell’opera TAP: Gasdotto Trans-Adriatico. Andiamo a prendere del gas a 4000 chilometri di distanza da un paese, l’Azerbaigian, non proprio democratico, gli facciamo attraversare altri quattro paesi di cui la Georgia e la Turchia con altrettanti problemi di democrazia e uno in gravi condizioni, la Grecia e infine l’Albania e abbiamo pure il coraggio di dire che un tragitto del genere aumenta la nostra sicurezza energetica!? Senza contare poi l’impatto ambientale che sta provocando e le proteste della popolazione in Puglia dove sbucherà il gasdotto. Circa la TAP un’inchiesta dell’Espresso parlava apertamente di “mafiodotto”, visto che qualsiasi grande opera è sempre a rischio corruzione considerato il vortice di soldi che la contraddistingue.
E chi ci guadagna da questa opera? Le piccole e medie imprese di cui tanto si è parlato come spina dorsale del sistema Italia? No di certo, ecco alcuni nomi di chi ha firmato i contratti di fornitura del gas che arriverà con la TAP: Enel, Hera, Shell, E.ON, GdfSuez, un gruppo fra i più inquinatori dell’universo, che lavora nei combustibili fossili, nel nucleare, inceneritori e in ogni possibile schifezza ambientale. Un gruppo che ovviamente fa anche campagne maquillage per l’ambiente e lavora in maniera infinitesimale sulle rinnovabili, tanto per mascherare i loro veri core business che hanno devastante impatto ambientale e sulla salute delle persone.
Il gas è un combustibile che aumenta l’effetto serra e non è affatto pulito come ci vuole far credere chi lo vende, è meno inquinante del carbone ma inquina comunque. La TAP quindi non è affatto strategica per gli italiani ma è strategica per chi vuole fare dell’Italia una piattaforma di smistamento del gas in tutta Europa. L’ennesima volta che l’Italia si presta ad essere colonia per gli interessi di qualcun altro.
Affermare che con la TAP siamo più indipendenti energeticamente è una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Che non ha alcun senso logico ed è una contraddizione. Come può farci essere più indipendenti un combustibile che viene dall’estero? La vera, unica, sola indipendenza energetica in Italia è quella che potenzialmente abbiamo da sempre, grazie alle nostre risorse naturali ed eccezionale posizione geoclimatica che ci farebbe l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili.
Ci sarebbero i soldi, le competenze e le capacità per rendere l’Italia davvero indipendente in relativamente poco tempo, assorbendo gran parte della disoccupazione e facendoci pure guadagnare. Basterebbe utilizzare i soldi con i quali ora si acquistano combustibili fossili dall’estero e anche tutti quei soldi che vengono quotidianamente buttati a causa degli sprechi energetici ovunque nel paese.
Le energie rinnovabili sono una realtà, il risparmio energetico una risorsa enorme ma nel frattempo continuiamo a buttare soldi, morire di inquinamento, avere disoccupati e ad essere dipendenti per il 76% dall’estero per l’energia. Tutto questo in Italia, il Paese del Sole.
L’AUTORE
Paolo Ermani – Scrittore, formatore, consulente energetico, ideatore di progetti innovativi in ambito lavorativo e ambientale. Da metà degli anni ottanta si occupa di ambiente, energie rinnovabili, risparmio energetico e idrico, uso razionale dell’energia, tecnologie appropriate a cui poi ha aggiunto tematiche relative agli stili di vita, all’economia, il lavoro, l’alimentazione, l’agricoltura, la facilitazione. Ha lavorato e si è formato nei più importanti centri europei per le tecnologie alternative. Fra le centinaia di iniziative che ha realizzato è tra i fondatori dell’associazione Paea, del giornale web Il Cambiamento e del progetto sul lavoro Ufficio di Scollocamento. E’ autore dei libri: Pensare come le montagne (scritto con Valerio Pignatta), Ufficio di Scollocamento (scritto con Simone Perotti), Solo la crisi ci può salvare (scritto con Andrea Strozzi).