Che la crescente automazione toglierà più posti di lavoro di quelli che andrà a creare, sembra essere un problema cui nessuno vuole davvero interessarsi.
I dati che arrivano dall’Association for Advancing Automation confermano ancora una volta quello che ripetiamo da anni: i cambiamenti tecnologici influenzeranno nel tempo tutti gli aspetti dell’economia, con effetti drastici.
Sempre più aziende nel mondo, in questi due anni di pandemia, si sono rivolte all’assistenza della tecnologia automatizzata e dei robot. Sebbene il passaggio all’automazione non sia certamente un fenomeno nuovo, è diventato un balsamo per le aziende che lottano per soddisfare la domanda. Secondo i dati dell’Association for Advancing Automation gli ordini di robot sono aumentati del 40% nel primo trimestre del 2022 e sono aumentati complessivamente del 21% nel 2021, portando il settore a un valore stimato di 1,6 miliardi di dollari.
La tecnologia avanzata sta consentendo alle macchine di assistere un numero crescente di settori industriali, diventando allo stesso tempo più accessibili. “I robot stanno diventando più facili da usare”, ha dichiarato al Wall Street Journal Michael Cicco, amministratore delegato del fornitore di robot industriali Fanuc America. “Le aziende pensavano che l’automazione fosse troppo difficile o troppo costosa da implementare”.
Con l’aumento dell’utilizzo dei robot, dovrebbero aumentare anche i dibattiti riguardo la miriade di posti di lavoro che si stanno perdendo. L’automazione ha già eliminato 5 milioni di posti di lavoro. Secondo il rapporto “Job swap: The Future of Jobs” del 2018, i progressi nell’apprendimento automatico e nell’automazione digitale elimineranno 75 milioni di posti di lavoro entro il 2025.
Gli stati dovrebbero prendere in seria considerazione queste previsioni e capire come far fronte a cambiamenti sociali così complessi, disegnando finalmente un’economia futura che funzioni per tutti, a ogni livello della nostra società.
Una delle soluzioni è davanti i nostri occhi, si chiama Reddito di base universale. Cosa stiamo aspettando?