“25 luglio 2013: l’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio a Villa Cipressi di Città SantAngelo causa la morte di quattro persone e il ferimento grave di altre otto. L’ennesima strage sul lavoro, che ogni anno fa oltre 1.180 morti e non 790 come ha detto l’Inail. L’Inail considera come morti sul lavoro solo i suoi assicurati, quindi in questa statistica non ci sono i tantissimi lavoratori che muoiono lavorando “in nero“. Il tesoretto Inail derivante dagli avanzi di bilancio annuale è arrivato a quasi 20 milardi di euro, però questi soldi non sono spesi per aumentare le rendite ai familiari dei morti sul lavoro o agli invalidi sul lavoro o per le malattie professionali, ma sono depositati in un conto infruttifero della Tesoreria dello Stato!
Che valore daresti alla vita di una persona che ogni giorno fatica per cercare di sopravvivere con la sua famiglia? Per la legge italiana si può dare un prezzo alla vita di un lavoratore morto sul lavoro: 2.046,81 euro. Il rimborso delle spese funerarie. Meno del prezzo della bara con la quale tre lavoratori, ogni giorno in Italia, lasciano il luogo di lavoro.” Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze
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