Gran parte del mondo che ci circonda è progettato per gli uomini; dal banale (bagni pubblici e smartphone) agli aspetti potenzialmente letali (giubbotti antiproiettile e manichini per crash test). La ricerca, recentemente lanciata alla conferenza C40 Women4Climate, ha rivelato tendenze simili nel modo in cui progettiamo le città e formuliamo la politica dei trasporti, con conseguenze devastanti. I trasporti rappresentano fino a un terzo delle emissioni di gas a effetto serra provenienti dalle più grandi città. Per creare città sostenibili, sane e vivibili, abbiamo bisogno di aumentare il numero di ciclisti sulle nostre strade, e questo significa far si che più donne utilizzino biciclette.
A San Francisco, solo il 29% dei ciclisti sono donne; a Barcellona, ci sono tre ciclisti maschi per ogni ciclista femminile; a Londra, il 37% dei ciclisti sono donne.
I sondaggi rivelano che i potenziali ciclisti sono scoraggiati da minacce rappresentate dalla guida aggressiva di chi sta la volante, il furto di biciclette o la poca sicurezza sulle piste ciclabili. Secondo una ricerca sulle donne e il ciclismo a San Francisco, le città dovrebbero investire in corsie ciclabili protette con segnaletica chiara che incoraggi le donne all’utilizzo della bicicletta. Insieme a parcheggi per biciclette più sicuri, questi investimenti infrastrutturali renderebbero il ciclismo più sicuro, supportando coloro che già pedalano e incoraggiando coloro che non sono ancora in sella.
Le persone non si muovono in giro per la città in modo uniforme. Le scelte di trasporto operate dai cittadini sono influenzate da una vasta gamma di fattori, tra cui età, occupazione, livelli di reddito e genere.
Progettare un sistema di trasporto pubblico che incentivi opzioni a basse emissioni di carbonio, come il ciclismo, richiede la comprensione dei suoi utenti, ma quando i dati non sono disponibili, il default rischia di avvantaggiare una determinata popolazione demografica, di solito l’uomo medio.
Ad esempio, quando i sondaggi a San Francisco sono stati condotti durante le ore di punta del pendolarismo, hanno registrato una grande maggioranza di utenti di sesso maschile. Ma quando la città ha esaminato i dati separati per genere, hanno scoperto che molte più donne stavano sul tragitto da casa di quanto si pensasse, ma stavano scegliendo di viaggiare al di fuori delle ore di punta quando le strade e le piste ciclabili erano più tranquille. Allo stesso modo, Barcellona sta ora raccogliendo dati per comprendere meglio i modelli di spostamento delle donne e garantire che il sistema di trasporto pubblico della città e le reti di pedoni e biciclette soddisfino le loro esigenze.
La ricerca a San Francisco ha rilevato che le donne, in particolare le donne di colore, hanno affermato che “le persone come me, di colore” non utilizzano la bicicletta. Allo stesso modo, il 49% delle persone a Londra ha affermato di non ritenere che il ciclismo sia per “persone come loro”.
Le immagini più diverse e inclusive dei ciclisti (nei report politici, nei media e nelle strade cittadine) potrebbero aiutare a sfidare queste percezioni e far sentire che il ciclismo è per tutti. Gli eventi sociali che consentono alle donne di provare a pedalare in un ambiente rilassato, magari con un sistema di mentori che unisce ciclisti esperti con quelli meno esperti al ciclismo, può contribuire a rendere la bicicletta più accessibile e inclusiva.
Se i sindaci, i pianificatori urbani o i cittadini continueranno a considerare il ciclista medio anche l’uomo medio, non sorprende che molte donne sceglieranno sempre più di non utilizzare la bicicletta.
Alcuni semplici cambiamenti possono aiutare a sfidare la discriminazione di genere, che andrà a beneficio della salute pubblica, aiuterà a contrastare i cambiamenti climatici e rendere le nostre città più vivibili.