Quelli marini sono particolarmente a rischio, ma non si salva nessun animale. Tutti sembrano aver plastica nello stomaco. Nessuno escluso. E a questo si aggiungono le ferite da plastica. Si, perché la plastica non solo viene mangiata, ma gran parte viene inghiottita, si blocca nella gola, altra come sacchetti, buste, fili o reti, si avvolgono intorno al collo, causando ferite profonde e lacerando la carne.
La plastica si spezza, si rompe, fino a diventare micro-plastica e rientrare nei nostri piatti. La plastica si rompe nell’ambiente naturale e continua a causare problemi per molti anni.
Secondo le Nazioni Unite, ci sono oltre 50 trilioni di microplastiche nell’oceano, più del numero di stelle nella Via Lattea. Moltissimi studi ci dicono che a causa dell’enorme quantità di microplastiche nel mare, sarebbe difficile trovare qualsiasi animale marino senza particelle di plastica nell’intestino o nei tessuti. Uno studio del 2022 ha trovato centinaia di microplastiche in una singola scatoletta di tonno.
Ma noi cosa possiamo fare da domani mattina? Possiamo scegliere aziende consapevoli, che guardano all’ambiente come una risorsa, un tesoro. Ce ne sono e sono fantastiche. Ma dobbiamo dargli una mano. Altrimenti vedremo i nostri oceani colmi di rifiuti galleggianti. Sarà impossibile pescare, farsi il bagno, l’odore diventerà nauseabondo, gli animali marini spariranno.
La produzione deve cambiare.
Basta andare a fare la spesa al supermercato e ci si ritrova nel trionfo della plastica. Questa è una lotta che dobbiamo portare avanti a tutti i costi. Tutti noi siamo a rischio di estinzione causa plastica.
Quando comprate, scegliete bene, è lì che si fa la vera politica.