di Isaac J.P. Barrow – Donald Trump ha vinto di nuovo. Una frase che, letta così, fa sobbalzare sulla sedia anche i più navigati interpreti del caos contemporaneo. Siamo nel 2024, e contro ogni pronostico, Trump è tornato alla Casa Bianca. Ma, a rendere questa nuova versione del great comeback ancora più surreale, c’è un nome che compare al suo fianco: Elon Musk.
Sì, proprio lui. L’uomo che lancia automobili nello spazio, quello che sogna di portarci su Marte e che immagina un mondo dove la tecnologia non è più solo una cosa da nerd, ma una forza capace di risolvere i problemi dell’umanità. Il fatto che Musk abbia deciso di sostenere Trump fa riflettere, certo, ma ancor di più sorprende il messaggio che sembra emergere da questa alleanza: un nuovo, bizzarro incontro tra tecnologia avanzata e politica antisistema. E tra i tanti punti che Musk sembra voler spingere, uno risuona con forza, quasi a voler gettare un ponte tra i giganti dell’innovazione e le piazze digitali a noi care: il Reddito Universale.
In tutto questo, non possiamo fare a meno di pensare al fondatore del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo. Perché se c’è qualcuno che già da oltre 20 anni in Italia parla di Reddito Universale come cura ai mali del capitalismo, è proprio lui, l’uomo che ha trasformato una risata amara in un movimento politico. E sebbene Grillo non sogni di giocare con le stelle e i razzi, come fa Musk, c’è un filo rosso che lega le loro visioni del mondo: la convinzione che il progresso non possa lasciare indietro nessuno. Dal Reddito Universale alla lotta alla disinformazione, dall’innovazione tecnologica alla giustizia sociale, dalla robotica alla mobilità sostenibile.
REDDITO UNIVERSALE
Per Grillo e Musk, il Reddito Universale non è solo una misura economica: è una visione. Una risposta alla precarietà che ci circonda. Per Grillo, il lavoro, così com’è, non è più una certezza. Le fabbriche chiudono, gli uffici diventano virtuali, le vite liquide. Serve un’ancora, un minimo di sicurezza economica. Per Musk, nel futuro che immagina, le macchine faranno tutto: costruiranno auto, prenderanno decisioni più rapide di noi. Sia Musk che Grillo sanno che la dignità personale non può più dipendere dal lavoro. In un mondo dove l’intelligenza artificiale sostituirà milioni di lavoratori, il Reddito Universale è l’unica soluzione per evitare che qualcuno resti indietro. Grillo l’ha sempre detto dai suoi palchi e dal suo Blog: il lavoro non può più definire chi siamo. Musk lo vede come il risultato inevitabile della rivoluzione tecnologica. In fondo, il messaggio è lo stesso: la povertà non è inevitabile, è solo un malfunzionamento del sistema, e la tecnologia non serve solo a fare cose più veloci, ma soprattutto a ridurre le disuguaglianze.
Ne è un esempio la Starlink, società di Musk che attraverso satelliti spaziali porta internet nelle aree più remote del pianeta. Un altro punto in comune con Grillo: la connettività per tutti è stata una delle prime stelle che segnava il programma che diede vita alla nascita del MoVimento 5 Stelle.
TECNOLOGIA, ROBOTICA E LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE
Ed ancora la Neuralink, altra società di Musk rinomata per il suo lavoro sulla creazione di una rete di elettrodi collegati al cervello, tra non molto ci permetterà di comunicare con le macchine con il pensiero. Ma, se ci pensate, Grillo ci era già arrivato anni fa, con i suoi spettacoli nei palazzetti dello sport. Ricordate quando prendeva uno spettatore tra il pubblico, lo trascinava sul palco e gli metteva in testa un caschetto pieno di fili, collegato a un computer? Erano esattamente 15 anni fa.
Elon Musk, con Tesla e il progetto dell’umanoide Optimus, vede nella robotica avanzata e nell’intelligenza artificiale il futuro dell’umanità. Grillo ha sempre considerato l’automazione non solo una meraviglia tecnologica, ma una necessità sociale. Per lui, i robot devono liberare l’uomo dal lavoro ripetitivo, permettendo una riduzione delle ore lavorative e una redistribuzione della ricchezza. Musk e Grillo condividono l’idea che l’automazione sia inevitabile, che possa liberare il potenziale umano, permettendoci di dedicarci a ciò che conta davvero. Entrambi, sanno che è necessario ripensare il lavoro, dissociandolo dalla mera sopravvivenza economica.
Il tutto solo grazie alla tecnologia, dunque ad un mondo iperconnesso.
E dove c’è un futuro iper-connesso, dove quindi i costi di produzione diminuiscono grazie all’automazione, non dovrebbe più esistere la fame, la mancanza di risorse o la disuguaglianza estrema. Le macchine lavorano per noi, l’energia diventa pulita e infinita, l’ambiente rinasce e tutti possono accedere ai beni essenziali senza dover sacrificare la propria esistenza.
MOBILITA’ SOSTENIBILE
Prendiamo la mobilità sostenibile, per esempio. Elon Musk, con la sua Tesla, ha trasformato l’auto elettrica in un oggetto di culto tecnologico, per chi sogna un mondo senza emissioni di CO2 e immagina di viaggiare senza il peso della benzina. Musk vuole rendere l’auto elettrica non solo ecologica, ma anche bella, veloce e – un giorno – accessibile a tutti. Sogna autostrade solcate da veicoli silenziosi e supercharger in ogni angolo del pianeta. Una rivoluzione, sì, ma comoda.
Grillo, è l’apostolo della bicicletta elettrica, del trasporto pubblico a impatto zero e delle pedonalizzazioni, della città dei 15 minuti, della sharing mobility. Nel suo immaginario, la città del futuro è un luogo dove le auto (anche quelle elettriche di Musk) diventano sempre più marginali. Le strade sono piene di biciclette, monopattini, tram leggeri e autobus elettrici che scorrono leggeri come una piuma. Per Grillo il problema della mobilità non si risolve solo cambiando il motore, ma ripensando il modo stesso in cui ci spostiamo. Meno auto, più spazio per le persone. Meno traffico, più vita.
GIOVANI, LOTTA ALLA DISINFORMAZIONE E ANTIPOLITICA
In tutto questo discorso, però, c’è una questione fondamentale che accomuna le due visioni: i giovani. Sia Musk che Grillo parlano a una generazione cresciuta in un’epoca di incertezze, che ha vissuto crisi economiche, cambiamenti climatici e una trasformazione digitale che ha stravolto il concetto stesso di identità sociale. I giovani cercano risposte che vanno oltre le vecchie categorie di destra e sinistra. Cercano soluzioni innovative, pratiche, che li aiutino a costruire un futuro in cui la sostenibilità, sia economica che ambientale, non sia un concetto astratto.
Musk offre ai giovani la promessa di un mondo tecnologico, dove i limiti del lavoro, della povertà e persino della Terra stessa vengono superati. Sogna un futuro interplanetario (possiamo davvero dirlo) in cui le opportunità non si limitano al qui e ora, ma si estendono fino alle stelle. Grillo, come Musk, è stato precursore di temi, di visioni, e da oltre 30 anni parla della necessità di risolvere i problemi qui e adesso : ambiente, lavoro, diritti sociali, giustizia economica. Il MoVimento 5 Stelle è stato il Partito con i parlamentari più giovani mai eletti nella storia della Repullica. E Grillo si è sempre battuto per il diritto di voto ai sedicenni, per leggi antizombie e per una politica non di professione.
Entrambi dicono ai giovani: la vecchia politica è morta. E’ cambiata proprio davanti ai nostri occhi. E’ morto quel modo antiquato di governare la macchina, quella delle ideologie del passato. La politica di Musk e Grillo è una politica di soluzioni concrete, innovative e audaci. Che vede da qui al 2050, e oltre. È una politica che può sembrare futuristica, persino esagerata, ma che parte da un punto molto semplice: il futuro è nelle vostre mani. Che lo costruiate attraverso algoritmi o proteste di piazza, l’importante è non smettere mai di essere curiosi e di informarsi.
Ed è questo un altro punto cardine in comune tra i due visionari, quello dell’informazione. Beppe Grillo ha cominciato la sua lotta contro la disinformazione più di vent’anni fa. Il suo blog era un’arma di distruzione mediatica di massa, un megafono attraverso cui poteva denunciare le manipolazioni della stampa tradizionale, le menzogne del potere politico ed economico. E il Movimento 5 Stelle è nato anche da questa battaglia: la ricerca di un’informazione libera, trasparente e “dal basso”, non condizionata dagli interessi delle grandi aziende editoriali o dei gruppi di potere. Elon Musk, pur partendo da premesse completamente diverse, ha adottato una strategia simile. Con l’acquisizione di Twitter (ora X), Musk ha preso di petto il problema della disinformazione digitale. Il suo obiettivo dichiarato è quello di creare una piattaforma dove la libertà d’espressione non si pieghi alle “censura” delle grandi corporation o alle regole dei governi. Per entrambi dunque l’informazione deve essere democratica. Musk, con il suo atteggiamento da innovatore un po’ anarchico, vede negli algoritmi e nell’intelligenza artificiale la chiave per creare uno spazio libero da manipolazioni umane. Grillo, da parte sua, sogna una democrazia digitale partecipata, dove i cittadini stessi diventano parte attiva della costruzione dell’informazione, invece di subirla passivamente.
E quindi, alla fine di questa storia di sognatori, cosa rimane? Rimane l’immagine di un futuro non più così lontano, dove le idee di Elon Musk e Beppe Grillo non sembrano più così distanti. Un futuro dove il Reddito Universale non è più una chimera, ma una necessità. Dove la povertà non è un destino ineluttabile, ma un problema tecnico da risolvere. E dove i giovani, sempre più disincantati dalla politica tradizionale, possono finalmente tornare a immaginare un mondo nuovo, fatto di innovazione, giustizia e possibilità tangibili. Perchè il futuro appartiene soltanto a loro.
Traduzione dall’ inglese di Igor G. Cantalini
L’AUTORE
Isaac J.P. Barrow – Professore sociologo specializzato in dinamiche sociali globali. Tutta la sua carriera si è concentrata su globalizzazione e tecnologie digitali. Ha svolto ricerche in vari paesi ed è autore di studi su identità culturali e disuguaglianze. Ha collaborato con organizzazioni internazionali ed è considerato un esperto di politiche sociali ed inclusione.