Una scoperta che per molti sarà una sorpresa, visto che di norma ogni volta che si parla di robotica, intelligenza artificiale e automazione, si citano i rischi legati alla perdita di lavoro di alcune categorie. Ma di norma i lavoratori menzionati sono per lo più tecnici e operai.
Ma un nuovo studio della Brookings Institution rivela qualcosa di diverso: a perdere il lavoro saranno per di più i colletti bianchi.
L’analisi ha interessato vari brevetti IA, le descrizioni dei lavori dei settori coinvolti e poi hanno incrociato i dati. La sovrapposizione ha identificato i tipi di compiti e professioni che potrebbero essere interessati.
L’IA sarà un fattore significativo nella vita lavorativa futura di manager, supervisori e analisti, cambiando per sempre la vita di studi legali e informatici. Quindi la maggior parte dei lavoratori a perdere il proprio lavoro saranno persone specializzate, ma saranno anche più facilitati nel riqualificarsi o trovare ruoli alternativi, perché hanno maggiori probabilità di avere titoli universitari.
Il rapporto nota anche come l’IA debba ancora essere ampiamente adottata dalle imprese, nonostante l’enorme pubblicità che circonda il nuovo strumento. E mentre ci sono state molte discussioni sull’impatto dell’intelligenza artificiale sui posti di lavoro, non è stato chiaro quale sarà l’impatto sull’economia in generale.
Abbiamo visto e sentito di tutto, dalle previsioni di un disastroso abbattimento dei posti di lavoro alle affermazioni che, in realtà, l’IA creerà tanti posti di lavoro quanti ne distruggerà, se non di più.
Di conseguenza, è sensato vedere questa ultima analisi come un contributo alla discussione piuttosto che l’ultima parola sull’argomento.