Ecco cosa succede alla Camera con due questori del Pdl e uno del Pd.
Alla Camera dei Deputati ci sono persone che, pur non avendo fatto il concorso per lavorare nel pubblico impiego, hanno diritto a una strana specie di posto fisso, pagato con fondi statali, ma regolato da contratti di natura privatistica che vengono puntualmente rinnovati allo scadere di ogni legislatura. Questa prassi, iniziata nel 1993 e ormai consolidata, sopravvivendo allavvicendarsi dei governi pdl-pd meno elle, prevede che i soldi dedicati al pagamento di queste persone provengano direttamente dal bilancio della Camera. Sulla base, infatti, dellultima delibera adottata venerdì 21 dicembre del 2012 dallUfficio di Presidenza, per il personale compreso nellallegato A link (103 persone) ciascun gruppo parlamentare destini almeno il 25% del contributo complessivo ad esso spettante allerogazione degli emolumenti al personale in questione. Quandanche il gruppo parlamentare non dovesse assumerli, ci sarebbe una sorta di sanzione. La delibera specifica che: nel caso in cui il gruppo non assuma una o più unità di personale ad esso spettanti, si prevede la parziale decurtazione del contributo annuale e il contestuale trasferimento del medesimo ammontare al gruppo misto, per fronteggiare gli oneri conseguenti allassunzione del dipendente che non abbia trovato collocazione presso altro gruppo.
Quindi, se un gruppo parlamentare non assume un certo numero di queste persone il contributo è ridotto in misura pari ad euro 65.000 su base annua per ciascun dipendente non assunto e tali soldi finiscono al gruppo misto della Camera, il quale, in questo caso, dovrà assumere coloro che non sono stati scelti dai partiti. Queste 103 persone avranno diritto al mantenimento dello stipendio precedente.
In aggiunta, ci sono altre 506 persone (i cui nomi sono contenuti nellallegato B), per lo più assunte dai partiti negli anni passati, che avrebbero difficoltà a trovare un nuovo impiego. Lufficio di Presidenza della Camera dei Deputati ha pensato bene, lo scorso dicembre, di deliberare che ciascun gruppo è tenuto ad assumere almeno un dipendente inserito nellelenco di cui allallegato B alla presente deliberazione per ogni 5 deputati appartenenti al gruppo medesimo. A tal fine il gruppo è tenuto a destinare allassunzione dei soggetti dellallegato B almeno il 30% dellammontare complessivo annuo del contributo ad esso assegnato. Di questi 506 nomi, almeno 126 troverebbero collocazione. Se ne deduce che il 55% del bilancio dei gruppi parlamentari viene ad essere destinato per pagare gli stipendi di queste persone fortunate, anche se i gruppi stessi non volessero usufruire delle relative prestazioni professionali. Sicuramente, tra costoro, ci sono seri professionisti con molti anni di esperienza alle spalle. Questo sistema, però, non consente di verificarne con esattezza identità (accanto ai nomi non è presente la data di nascita) e curricula (non presenti negli allegati A e B).
La mancanza di informazioni indispensabili come la data di nascita, non consente di risalire con certezza a molti dei nomi noti contenuti, in particolare, nellallegato B. Analizzando proprio alcuni di quei profili, tra i 506 spuntano nominativi illustri come quelli degli ex parlamentari, Giorgio Stracquadanio, Rino Piscitello, e Roberto Rao, ma anche nomi di deputati in carica come Sestino Giacomoni o addirittura un sottosegretario allEconomia ancora in carica come Gianfranco Polillo. Ciò vale a dire che se i partiti, ancora una volta graniticamente coalizzati, impediranno al Movimento di avere almeno un questore, continueranno ad esistere cittadini di serie A, che potranno lavorare per il Parlamento, a prescindere dalle loro effettive competenze, e cittadini di serie B che, pur avendone tutti i titoli, non potranno essere impiegati dai gruppi parlamentari.” Roberta Lombardi, capogruppo e portavoce M5S alla Camera
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