di J. Lo Zippe – L’adozione della tecnologia blockchain ricorda da vicino il percorso intrapreso da altre tecnologie dirompenti: un’industria iniziale esplora ciò che è possibile, altri danno forma e sostanza a ciò che è plausibile e il mercato aiuta a definire ciò che è pratico.
Non è più una questione se la tecnologia funzionerà, perché funziona. Ciò che è in gioco ora è come ogni settore personalizzerà l’adozione della blockchain per soddisfare le sue esigenze.
Nonostante i numerosi vantaggi potenziali, tra cui risparmi sui costi, condivisione dei rischi ed eliminazione di lunghi anni di processi inutili, i modelli peer-to-peer spesso impiegano più tempo a fornire un ritorno vero sull’investimento. Richiedono un nuovo modo di condividere informazioni, un nuovo modo di superare i problemi, dalla proprietà dei dati, alla privacy, dalla governance alle responsabilità civili e penali e molto altro.
Una delle sfide più difficili è quella di trovare il giusto equilibrio tra l’innovazione, data dalla blockchain e le politiche normative che la governeranno. La regolamentazione è necessaria, ma ancora si fatica a capire cosa sia questo oggetto strano chiamato blockchain.
La Blockchain viene applicata in settori altamente regolamentati come servizi finanziari, farmaceutica, antiriciclaggio, tracciamento della filiera, provenienza materie e prodotti, rendicontazione fiscale, sicurezza dei dati e molto altro. Il punto è che forse le implicazioni a lungo termine potrebbero non essere ancora completamente comprese dalle autorità di regolamentazione e questo perché le applicazioni della blockchain sono in continua evoluzione.
Oltre alle criptovalute e alle risorse digitali, diverse giurisdizioni hanno normative diverse per i modelli blockchain. Ad esempio, il Regolamento generale sulla protezione dei dati che regola la protezione e la privacy dei dati all’interno dell’Unione Europea stabilisce un “diritto all’oblio” che consente ai cittadini dell’UE di richiedere la cancellazione dei propri dati personali dai repository di archiviazione di rete, una disposizione che potrebbe essere incompatibile con il carattere immutabile della tecnologia blockchain. Le opinioni normative sull’adozione del Cloud, gli standard nazionali aperti sulle interfacce di programmazione delle applicazioni, i requisiti di sicurezza informatica e le informazioni sanitarie, tra gli altri, variano anch’essi da paese a paese. Una piattaforma blockchain omogenea transfrontaliera può avere difficoltà a rispettare queste normative in base a regimi diversi. Anche all’interno di un determinato Paese, specialmente se il Paese è sufficientemente grande e il governo è stratificato, potremmo vedere una variabilità nelle posizioni normative.
Prendiamo gli Stati Uniti. Alcuni stati hanno introdotto una legislazione relativa alla blockchain e altri no, con effetti sulla legislazione estremamente disomogenei. Anche a livello federale, non sembra esserci una maggiore misura di coesione. Ad esempio, non esiste una sola voce sul trattamento delle criptovalute. Ma è anche vero che nella maggior parte delle volte è la regolamentazione che segue l’innovazione e talvolta lo fa molto tempo addietro, quando ormai gravi danno sono stati commessi. E la Blockchain non fa eccezione.
Man mano che la blockchain si farà strada, emergeranno nuove sfide che richiedono nuove prospettive. Ma questo è ciò che accade quando una tecnologia si sposta dalla sperimentazione iniziale alla produzione e, infine, alla produzione su larga scala.