E così abbiamo gli ispettori degli ispettori e persone che producono gli strumenti, affinchè gli ispettori possano ispezionare gli ispettori. Il vero impegno della gente dovrebbe consistere nel tornare a scuola a pensare le cose a cui pensavano prima che arrivasse qualcuno a dirgli che dovevano guadagnarsi da vivere. Richard buckminster Fuller
di Beppe Grillo – La scuola è la fucina dove si forgiano le nuove generazioni. Sembra davvero un luogo fantastico. Ed è facile pensare che sia vero, soprattutto quando si ritorna con la mente a quegli anni passati, a quella spensieratezza.
Poi se ci penso bene la scuola non è che mi piacesse più di tanto, e penso sia successo a tutti di sentirsi prigioniero, di esultare se riuscivamo a non avere compiti. Diciamolo pure, questo luogo che in teoria dovrebbe aprire le porte del futuro, è terribilmente noioso. La morte dei sensi. Altro che risvegliarli.
Ma perché è cosi? Pensate che ogni sette anni la quantità di conoscenze raddoppia di numero. Sono milioni di nuove idee, informazioni, ricerche, notizie ogni anno. Di fronte ad una mutabilità così impressionante, è strano vedere che le nostre scuole sono rimaste più o meno le stesse per un secolo.
Il nostro sistema premia il conformismo, l’individualismo, la competizione ad ogni costo e con ogni mezzo, perché l’importante è vincere. Come in una gara, si scoraggia la condivisione, l’altruismo, il senso critico, tutte caratteristiche delle grandi menti.
Renè Descartes diceva: “Se vuoi diventare un vero cercatore della verità, almeno una volta nella tua vita devi dubitare, il più profondamente possibile, di tutte le cose.”
E quindi ho dubitato, ma non ci è voluto tanto perché mi imbattessi in alcune classifiche riguardo le scuole e le università. Ho visto la classifica degli alunni migliori al mondo, e con stupore ho visto che le varie classifiche non combaciano.
Ci si aspetta che nelle migliori università, di solito statunitensi, ci siano gli studenti migliori. Non è cosi. I migliori al mondo sono i finlandesi. La Finlandia? Ho cercato nel web, ho trovato molto materiale, ho visto alcuni documentari e sono rimasto senza parole.
Partiamo con qualche dato, giusto per darvi l’idea di cosa stiamo parlando. Nelle terre nordiche ci sono 62.000 insegnanti in 3.500 scuole. Più della metà dei suoi studenti elementari sono immigrati. I vari test condotti globalmente hanno rivelato che i giovani finlandesi sono i migliori lettori del mondo, secondi in scienza, terzi in matematica, ecc.
Ho scoperto così che la bella Italia ha negli anni adottato sempre più un modello anglosassone. Che comunque, va detto, è il modello un po’ copiato ovunque, visto che le migliori università sono li.
Ma quale è questo modello anglosassone?
É quella pratica che premia i migliori, che introduce la concorrenza tipica del mercato anche nel sistema scolastico. Tantissimi finanziatori e personalità hanno abbracciato questo modello, come Bill Gates e Obama con la sua iniziativa Race to the Top.
Anche in Italia è così. Le scuole migliori ricevono più finanziamenti, quelli che “producono” più laureati ricevono più soldi. Statistiche su statistiche. Se produci tot, sei bravo, altrimenti via! Come con il mercato. Ma se misuri solo le statistiche, perdi l’aspetto umano.
E lo vediamo anche noi, nel nostro piccolo. Studiamo inglese 3 anni alle medie, 5 anni alle superiori, facciamo magari anche un esame all’università e poi, dopo 18 anni di inglese, non lo sappiamo. E lo stesso vale per altre materie. Cose che abbiamo ripetuto fino alla morte, come Napoleone, Cavour, poi nessuno le ricorda.
Capite? Passiamo anni a ripetere qualcosa, fare test, interrogazioni su interrogazioni e poi non ce lo ricordiamo nemmeno. Così non arriva nemmeno l’insegnamento che c’è dietro.
Ma allora che sistema di educazione hanno in Finlandia? Scopro che da anni in Finlandia non ci sono test, classifiche, competizione tra studenti e tra scuole. La competizione è un sistema che trasforma tutti i rapporti. Io contro di te. Io contro tutti. Quindi anche contro l’insegnante, che è visto come un nemico, da eludere, ad ogni costo.
In Finlandia tutte le scuole sono finanziate con fondi pubblici e sono pubbliche. Non c’è una scuola migliore di un’altra, sono tutte uguali e buone. Il 93% dei finlandesi si diploma, il 66% frequenta l’istruzione superiore, la percentuale più alta dell’Unione europea. Non ci sono quasi compiti a casa, passano poche ore al giorno a scuola, 2-3 ore, al massimo 4.
In tutte le scuole si fa musica, arte, sport, religione e artigianato tessile, cucina persino. L’inglese inizia in terza elementare, lo svedese in quarta elementare. Alla quinta elementare i bambini hanno aggiunto la biologia, la geografia, la storia, la fisica e la chimica. Il lavoro è di squadra, non individuale. Si lavora spesso all’aperto, nei boschi. Ogni 45 minuti di lezione ce ne sono 15 di gioco.
Le nostre scuole preparano ai test, alle interrogazioni, a superarle, a superare gli esami. Le università sono esamifici, gli studenti non studiano, passano esami e test, compiti ed interrogazioni. Siamo bravissimi in questo. La lontananza dal mondo del lavoro, ma dal mondo in generale è dovuto a questo.
Non so se è il miglior metodo del mondo, ma le nostre scuole sono state concepite per l’ubbidienza, sono fatte ad immagine della fabbrica. É ora di cambiare questa scuola.