Il processo Rasman si terrà in ottobre a Trieste. Il blog seguirà le udienze principali.
“Gli agenti di Polizia sono venuti qua alle due e mezzo del mattino, ci hanno detto che Ricky era morto, che lo avevano portato all’obitorio di via Costalunga. Abbiamo chiesto cosa fosse successo, loro ci avevano risposto che aveva lanciato petardi ferendo il timpano di una ragazza che aveva perso sangue, avevano chiamato i Vigili del Fuoco, gli hanno sfondato la porta del monolocale e Ricky ha avuto un collasso, così ci hanno detto, abbiamo chiesto perché non ci hanno chiamato ma non abbiamo avuto nessuna risposta. Ce l’hanno fatto vedere soltanto cinque giorni dopo, il primo novembre, abbiamo capito dopo il perché… dalle fotografie si vedeva che era martoriato di botte sul viso, gli avevano rotto lo zigomo, poi c’era il segno di imbavagliamento, sangue dalle orecchie, dal naso, dalla bocca, si vede proprio molto bene.. noi siamo entrati in quell’appartamento soltanto in marzo, era un disastro, c’era sangue dappertutto, una chiazza di sangue verso la cucina. Poi dalle fotografie mi sono resa conto che l’hanno spostato con la testa verso l’entrata così da nascondere la chiazza di sangue che c’era lì, c’era una frattura, i capelli erano tutti pieni di sangue, c’era una frattura anche dietro il collo, c’era sangue sul tavolo, sui muri, sulle lenzuola, dietro il letto per terra, c’erano chiazze di sangue sul tappeto sotto il quale abbiamo trovato persino dei pezzi di carne, nascosti. Sotto il letto abbiamo trovato del fil di ferro girato a otto, quattro volte, poi l’autopsia ha accertato che gli era stato stretto del fil di ferro anche alle caviglie, ai polsi, i segni rimasti sul corpo sono tipici del fil di ferro e non delle manette, e poi non contando le botte sulla schiena: qua c’erano i segni di quattro centimetri di larghezza lasciati dall’impatto con una sedia, sicuramente per picchiarlo hanno usato anche una sedia, quindi Ricky ne ha prese talmente tante che bisognerebbe chiedere ai poliziotti come mai si sono sfogati in questa maniera. Per due petardi? Ammesso che li abbia lanciati proprio Ricky i petardi! Perché a noi non risulta siano depositati agli atti, noi abbiamo depositato la vicenda del fil di ferro ma loro no.. neanche la ragazza è stata ferita al timpano come avevano detto all’inizio, Ricky non c’era mai in quel monolocale, se ci andava era accompagnato dal padre o da me, da solo non ci andava mai perché non abitava là, lui stava con noi, sempre, tra la paura che aveva già da tempo, tanto da non voler mai andare da nessuna parte, i medici gli avevano tolto le medicine, i medici quando dovevano vedere Ricky venivano qua a casa dei genitori Dopo cha la signora Pollanz chiamò il 113, i poliziotti chiesero informazioni su questo Rasman, il poliziotto Miraz, prima di recarsi al monolocale disse “questo Rasman io lo conosco” poi sulle foto si vedono i colletti della camicia sporchi di sangue. Certo è che già nel ’99 vennero qua a bastonare Ricky in casa nostra, verso settembre, un vicino di casa infastidito chiamò la Polizia perché Ricky ascoltava la radio in macchina, venne lui stesso armato di bastone con la moglie e il cane a minacciarlo, poco dopo arrivò la Polizia qui in casa a bastonarlo, quindi lo conoscevano, forse non erano contenti che Ricky, processato per quella vicenda fu assolto. Il centro di salute mentale dimostrò che Ricky era una persona che soffriva, malato invalido all’80 per cento per via del servizio militare, durante il quale alcuni commilitoni gli avevano distrutto la sua psiche facendogli dispetti di ogni sorta gli avevano distrutto la sua personalità e Riccardo agli atti aveva scritto che non aveva reagito quando gli facevano del male per rispetto verso le madri di quelli che gli facevano del male, per non farle soffrire. Aveva un indole… lui piuttosto le ha prese che darle. Era in cura però non era una cura.. io e mio padre ci recavamo sempre al centro di salute mentale ma per questo motivo davamo fastidio ai dottori perché volevamo che Ricky migliorasse, l’avevamo portato a Preganziol a Pisa, poi per fortuna Ricky sembrava stesse un po’ meglio, tanto che aveva anche iniziato a fare qualche lavoretto però qua me l’avevano ricattato, gli avevano detto che se si fosse curato fuori Trieste loro non gli avrebbero più somministrato la cura, così lui aveva sempre alti e bassi, non aveva una vita normale, per la somministrazione della cura i medici non venivano a casa, era Ricky che doveva recarsi al centro di salute mentale, ma con quella malattia non poteva essere regolare… Lui ha tanto dormito nella sua vita mi chiedo che disturbo possa aver dato, tanto ha dormito povero tutti lo conoscevano come persona rispettosa, gentile, anche se era malato, aveva educazione verso tutti I poliziotti sono stati prosciolti senza vedere quello che avevamo scritto noi agli atti In quella settimana sul quotidiano “Il Piccolo” uscì un articolo in cui c’era scritto che loro avevano fatto il loro dovere per cui usciranno da questa situazione a testa alta perché non è solo il fatto di fare il processo, ora bisogna fare anche altre indagini, perché le cose non sono ancora chiare, grazie al nostro avvocato Giovanni Di Lullo che il 28 febbraio scorso ha presentato una documentazione non indifferente e così i giudici non hanno potuto archiviare il caso, loro devono spiegare perché hanno sfondato la porta di casa, quanta confusione possa aver fatto con una radiolina così non si sa, ci sono troppe cose che non quadrano, per noi è solo una montatura, fango, solo bugie, bugie e bugie. Hanno tolto i quadri dai muri prima di sfondare la porta in quell’atrio perché hanno tolto i quadri? Perché sapevano che volevano agire con le brutte, per non rovinare niente, perché era meglio spostare una bottiglia che i quadri dal muro, la bottiglia è più pericolosa poi abbiamo scoperto che la bottiglia l’avevano messa loro, poiché Ricky di bottiglie di vetro in casa non ne aveva, quella sera l’unica bottiglia che trovammo era quella di Coca Cola, l’unica che Ricky poteva aver bevuto. Quindi solo bugie, bugie e bugie! Calunnie. Chi ha detto bugie e calunnie deve rispondere alla Legge perché non si può calunniare un morto.” Giuliana Rasman