Mentre le istituzioni della democrazia liberale occidentale si sbriciolano (vedi Brexit) potrebbe emergere come possibile rimedio la soluzione adottata da settembre nel Belgio orientale: un parlamento di cittadini selezionati a sorte.
Eupen-Malmedy è una regione di 77.000 abitanti del Belgio, di lingua tedesca, prevalentemente rurale, lungo il confine con la Germania, dove, da settembre, il parlamento ha ceduto alcuni dei suoi poteri a un’assemblea di cittadini selezionati a sorte.
È la prima volta che un’istituzione politica crea una struttura permanente per coinvolgere la comunità nel processo decisionale. I cittadini della comunità avranno il potere di porre questioni all’ordine del giorno, di discutere le possibili soluzioni e di monitorare le loro interrogazioni nella discussione in parlamento e fra i membri del governo. I politici, a loro volta, potranno confrontarsi e conoscere l’opinione di gruppi di cittadini, tenendo conto delle loro esigenze, prima di deliberare su questioni potenzialmente critiche.
Ma facciamo un passo indietro.
“Contro le elezioni” è il libro dello storico David Van Reybrouck (di cui abbiamo parlato tempo fa sul blog) frutto di una ricerca scientifica, si fonda sull’esperienza reale del suo “Progetto G 1000”: quella di 704 comuni cittadini belgi, estratti a sorte nel 2011 e riuniti a Bruxelles per discutere su alcune tematiche selezionate in seguito a una consultazione on line.
Con il modello Ostbelgien (Belgio Orientale) il G1000 ora è realtà.
Dopo la lettura del libro “Contro le elezioni”, Olivier Paasch, ministro presidente della comunità germanofona, telefona all’autore: “Esiste da qualche parte una cosa del genere?” La risposta è: “No, ma sta a voi scrivere la storia”.
Ed ecco che tre mesi prima delle elezioni, in marzo, il parlamento della terza comunità belga approva all’unanimità un decreto per dar vita a una sorta di Senato di cittadini.
Ma come funziona il modello Ostbelgien?
ll Consiglio dei cittadini (selezionati attraverso l’invio di e-mail inviate a caso) è composto da 24 membri, che prestano servizio per 18 mesi.
Vengono così discussi i punti all’ordine del giorno durante le assemblee, massimo tre ogni anno, composte da un massimo di 50 persone rappresentative di ogni fascia d’età, livello d’istruzione e parità di genere. Le assemblee producono interrogazioni parlamentari, purché raggiungano un sostegno della maggioranza di 4/5.
Gli argomenti discussi nelle assemblee vertono su cultura, istruzione, ricerca scientifica, aiuti allo sviluppo, ma potrebbero anche riguardare altre tematiche, sempre su richiesta del consiglio dei cittadini.
In un secondo momento, viene effettuata una nuova selezione pubblica (sempre casuale) tra coloro che hanno risposto positivamente. La partecipazione, dal compimento del diciassettesimo anno d’età, è aperta anche ai residenti non belgi.
Il modello Ostbelgien è partito a tutti gli effetti a settembre. Ritorneremo sull’argomento per vedere come si sta sviluppando questo nuovo tipo di democrazia.
Per maggiori informazioni, in inglese: https://www.foundationfuturegenerations.org/files/documents/news/20190226_dgpermanentcitizensassembly_pressrelease.pdf