
di Beppe Grillo
Si parla tanto di pace, e allora sono andato a leggermi un libricino di Kant, tanto per darmi un tono, “Per la pace perpetua”, scritto più di 225 anni fa. In un’epoca in cui tutti erano in guerra, piccoli staterelli, con despoti e tiranni ovunque, Kant immaginava un mondo senza guerre; pensava a una grande federazione mondiale di repubbliche, praticamente le Nazioni Unite lui le aveva già immaginate più di due secoli fa. E’ straordinario.
Se leggete “Per la pace perpetua” vi accorgerete che è un libretto non scritto da un sognatore, ma un libro realistico di una persona coi piedi per terra, e diceva che il modo migliore per favorire la pace è quello di trasformare il tuo nemico nel tuo cliente, di sostituire le guerre con i commerci. Due stati i cui commerci sono utili uno all’altro sono due stati cui conviene più commerciare che farsi la guerra. Kant è il filosofo della ragione e della morale (imperativo categorico:“lasciate questo gabinetto come desiderereste trovarlo”); ha fondato l’illuminismo sostituendo la scienza alla supertizione; è stato anche il primo antropologo: ha fondato la moderna antropologia scrivendo per primo il trattato scientifico sui popoli che abitavano tutti i continenti. Ma la cosa straordinaria di quest’uomo, un ometto alto 1,57, è che non si è mai mosso da Königsberg, un paesino sul Mar Baltico. L’inventore delle Nazioni Unite, il profeta di una globalizzazione buona, il padre dell’antropologia moderna… non ha mai lasciato casa sua!
Oggi ci accorgiamo che tutto questo casino è nato da un filosofo che non è mai uscito dalla sua piccola città, in un’epoca dove non c’erano né giornali, né radio, né televisione. Ditemi se non è pazzesco!