
Nel panorama europeo delle politiche sociali innovative, il Galles ha scritto una pagina importante con il suo progetto pilota sul reddito di base per i giovani in uscita dal sistema di assistenza sociale. Un esperimento durato due anni che ha coinvolto oltre 600 ragazzi, offrendo loro 1.600 sterline al mese (1870 euro) senza alcuna condizione. I risultati offrono spunti preziosi per ripensare le politiche di sostegno ai più vulnerabili.
La decisione del governo gallese di concentrarsi sui care leavers non è stata casuale. I care leavers sono ragazzi che hanno vissuto gran parte della loro adolescenza sotto la tutela dello stato (case famiglia, famiglie affidatarie o in istituti) dopo essere stati allontanati dalle loro famiglie d’origine per motivi di sicurezza, abusi, maltrattamenti, negligenza grave o altre situazioni di pericolo. Al compimento dei 18 anni, questi giovani si trovano ad affrontare una transizione critica, da un giorno all’altro perdono il supporto del sistema di assistenza e devono imparare a cavarsela da soli, senza quella rete familiare che per la maggior parte dei loro coetanei rappresenta un “paracadute” naturale. Devono trovare casa, lavoro, imparare a gestire le finanze e navigare la burocrazia, spesso partendo da zero e senza nessuno che li guidi. Non sorprende quindi che si tratti di una delle categorie più a rischio povertà ed esclusione sociale in tutto il Regno Unito. Come spiega la professoressa Sally Holland, ex commissaria per l’infanzia del Galles: “Il governo era già a conoscenza dei livelli di povertà in questo gruppo. Durante il mio mandato ho visto ministri visibilmente commossi nel sentire i giovani descrivere le loro difficoltà quotidiane.”
Il programma, lanciato nel 2022 e rivolto a coloro che hanno compiuto 18 anni tra luglio 2022 e giugno 2023, rappresentava il primo esperimento di reddito universale incondizionato nel Regno Unito, anticipando dibattiti che oggi attraversano tutta l’Europa.
I primi risultati del progetto pilota raccontano di trasformazioni profonde nella vita quotidiana dei beneficiari. Annalise, una ventenne di Caerphilly diventata madre poco prima dell’inizio del programma, descrive l’impatto con parole semplici ma eloquenti: “Ho potuto comprare al mio bambino il latte in polvere, i giocattoli e i vestiti nuovi senza preoccupazioni. Sapere di poterlo aiutare in quel modo è stata una benedizione.”
Ma l’effetto del reddito di base è andato oltre la mera sopravvivenza economica. I partecipanti hanno potuto sperimentare aspetti della normalità che altri danno per scontati: fare gite, comprare una bicicletta, iscriversi in palestra, socializzare con gli amici. Come osserva Holland: “L’impatto della possibilità di socializzare con gli amici mi ha davvero colpito. È una cosa molto quotidiana, ma non lo era per questi giovani.”
Un esempio particolarmente significativo riguarda l’accesso alle cure mediche. Un giovane partecipante, trovandosi in una situazione di emergenza sanitaria, ha potuto permettersi un taxi per raggiungere l’ospedale, una scelta ovvia per molti, ma impensabile per chi vive in condizioni di povertà estrema.
Il governo gallese ha annunciato che il programma non continuerà oltre il 2025 per ragioni di costo, ma ha promesso una valutazione completa entro il 2027. Il vero successo del progetto pilota gallese potrebbe non essere nei numeri o nelle statistiche che emergeranno dalla valutazione del 2027, ma nell’aver dimostrato che un approccio diverso è possibile. E che, a volte, la fiducia incondizionata può produrre risultati che nessuna misura condizionata riuscirebbe a ottenere.