Con le elezioni presidenziali americane del 2024 alle porte, le criptovalute stanno diventando uno dei temi caldi del dibattito politico. Non si tratta solo di soldi virtuali: queste monete digitali stanno cambiando il modo in cui si finanziano le campagne, influenzano i discorsi di Trump e Harris, e coinvolgono i giovani elettori. Dal 2009, con la nascita di Bitcoin, le criptovalute hanno attirato milioni di persone. Secondo un sondaggio di Pew Research, entro il 2024, quasi il 40% dei giovani americani possiederà criptovalute. Questo spinge i candidati a modificare i loro messaggi per conquistare questo pubblico.
Negli Stati Uniti, sempre più politici accettano donazioni in criptovalute per finanziare le loro campagne. Già nel 2020, il candidato Jo Jorgensen accettava donazioni in Bitcoin. Nel 2024, l’uso delle criptovalute è aumentato, con figure come il senatore Rand Paul che le ha accolte. Accettare criptovalute permette ai politici di raggiungere un elettorato giovane, spesso escluso dai canali tradizionali di finanziamento. Le criptovalute sono veloci, e in alcuni casi anonime, una combinazione che attira molti sostenitori. Vivek Ramaswamy, imprenditore e candidato repubblicano, è stato tra i primi ad accettare Bitcoin, spiegando che questo fa parte della sua visione per un’economia decentralizzata. Inoltre, il suo team usa anche NFT per raccogliere fondi, posizionandosi come innovatore nel settore digitale.
La vicepresidente Kamala Harris adotta un approccio più cauto. Pur riconoscendo il potenziale delle criptovalute, ha sottolineato l’importanza di una regolamentazione che protegga i consumatori e riduca i rischi legati alla sicurezza. Durante il suo mandato, Harris ha partecipato alle discussioni su come regolamentare questo settore, cercando di bilanciare innovazione e prevenzione della criminalità finanziaria.
I candidati affrontano il tema delle criptovalute in modi diversi. Donald Trump, ad esempio, ha espresso opinioni contraddittorie. Da un lato ha definito Bitcoin una “truffa”, temendo che possa minacciare il dollaro americano, ma dall’altro si è mostrato interessato al fintech, lasciando intendere che potrebbe sostenere il settore in futuro. Tra i repubblicani a favore delle criptovalute, spiccano figure come Ron DeSantis, governatore della Florida, che le considera essenziali per la libertà economica. Anche Ted Cruz, senatore del Texas, è un grande sostenitore e ha proposto leggi per facilitare le donazioni di Bitcoin alle campagne elettorali, sostenendo che queste transazioni aumentano trasparenza e partecipazione.
Le criptovalute sono uno strumento potente per mobilitare elettori, soprattutto tra i giovani. Alcuni candidati organizzano eventi specifici, come incontri o webinar sulle criptovalute, per coinvolgere questa fascia di elettorato. Andrew Yang, democratico, è stato uno dei primi a spingere per l’uso delle criptovalute in politica. Ha anche proposto l’idea di un dollaro digitale e utilizzato le piattaforme di criptovaluta per finanziare le sue campagne, nonchè da sempre grande sostenitore di un Reddito di base universale.
Parlando dell’impatto sul voto, i giovani elettori tendono a preferire candidati che accettano criptovalute. Un recente sondaggio ha mostrato che il 65% degli elettori sotto i 30 anni appoggia candidati favorevoli a queste monete digitali. Questo potrebbe influenzare le elezioni, soprattutto negli stati chiave.
Elon Musk, CEO di Tesla, ha un rapporto complesso con le criptovalute. Nel 2021, Tesla ha investito 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin e per un breve periodo ha accettato Bitcoin come pagamento per le auto, prima di fermare questa opzione per problemi legati all’impatto ambientale. Musk ha anche sostenuto Dogecoin, contribuendo al suo aumento di valore con alcuni tweet. Tuttavia, è sempre stato chiaro sulla necessità di rendere le criptovalute più sostenibili a livello energetico.
Sul fronte democratico, molti sono più scettici. Elizabeth Warren, senatrice del Massachusetts, è molto critica e ritiene che le criptovalute siano “pericolose” perché facilitano crimini finanziari e evasione fiscale. Warren sostiene la necessità di regole più rigide per proteggere i consumatori, anche se questo potrebbe allontanare gli elettori più giovani. Joe Biden, dal canto suo, non ha preso una posizione forte sulle criptovalute, ma la sua amministrazione ha comunque introdotto normative più severe, che preoccupano chi vede queste regole come una potenziale stretta sul settore.
Le criptovalute rappresentano una sfida normativa complessa. I candidati devono navigare un contesto in evoluzione, dove le leggi potrebbero influenzare il loro sostegno elettorale. Il Congresso sta valutando la creazione di un’agenzia dedicata alla regolamentazione delle criptovalute, con proposte che potrebbero avere un grande impatto sull’innovazione del settore.
Le elezioni del 2024 potrebbero cambiare radicalmente il futuro delle criptovalute negli Stati Uniti. Un presidente favorevole potrebbe aprire la strada a leggi più permissive, mentre un leader più scettico potrebbe imporre regole più severe. Quello che è certo è che le criptovalute giocano un ruolo cruciale in queste elezioni, influenzando finanziamenti, posizioni dei candidati e il coinvolgimento degli elettori. I prossimi mesi saranno decisivi per capire come le criptovalute influenzeranno non solo gli Stati Uniti, ma anche il resto del mondo.