Basta, per favore basta con le presunte zoccole, i presunti maneggioni, i presunti favori, le alcove, le fotografie con i tanga, le tette e i fondoschiena. Vogliamo toglierci l’ex presidente del Consiglio dai coglioni? E’ cosa buona e giusta, ma non c’è bisogno di trasformare l’Italia in una versione hard del Decamerone. Ogni giorno una nuova puntata a luci rosse. Per capire quale procura sta indagando (Lecce, Bari, Roma?) , su quali escort, e dove si trova (ma soprattutto chi è) Lavitola bisogna leggere il riassunto delle puntate precedenti. Altrimenti non è possibile capire nulla. Il premier ha indotto a mentire un testimone, si è scopato una minorenne, ha fatto la doccia dopo un amplesso, se ne è trombate otto in una volta? Pagine su pagine di intercettazioni e di ragazze mai condannate in tribunale, ma diventate puttane per diritto giornalistico. In caso di non colpevolezza, di mancanza di reato, qualcuno le risarcirà? Bagnasco è sceso in campo. “Comportamenti licenziosi, va purificata l’aria“. Incominci lui, inizi la Chiesa che ha tratto da questo governo tutti i benefici economici possibili, per tacere dello scandalo mondiale della pedofilia del quale non si scrive soltanto in quest’Italia papalina. “Tarantini e moglie liberi. Per il tribunale del Riesame la competenza è di Bari e non di Roma.” Qualcuno sano di mente mi spiega perché questa è la notizia oggi in prima pagina? L’economia sta sprofondando. Basterebbe questo per far cadere il governo. Non si parla più di mafia, ‘ndrangheta e camorra se non per il loro giro d’affari di circa 130 miliardi di euro all’anno. “Vanno recuperati i soldi!” ci spiegano i politici. Ma come possono anche solo dirlo se la politica è collusa con la criminalità organizzata spesso e volentieri? Questo governo ha più scheletri nell’armadio di un ossario, ma nessuno si azzarda ad aprirlo quell’armadio, perché contiene tibie, crani, malleoli, costole condivisi con l’opposizione. Meglio parlare di culi e di tette, attaccare su un fronte su cui l’ex presidente del Consiglio ha un indubbio vantaggio sin dai tempi delle vallette di Fininvest. Non sappiamo nulla sulla fedina penale di un deputato, ma veniamo informati se è omosessuale, se è omofobo, se va a trans e in che zona di Roma. La fantasia al potere è stata sostituita dal culo al potere. E le “Domande al Cavaliere?“. Imperdibili! Sempre 10, mai una in più, forse i giornalisti sanno contare solo con le dita delle mani. Mai una domanda scomoda, ma solo porno soft del tipo su Repubblica di oggi “Perché ripara i suoi atti di beneficenza, se sono tali, dietro accordi segreti e misteriosi?” oppure “Perché usa la RAI e i suoi dirigenti per ottenere favori da giovani donne?“. Se le tragedie spesso finiscono in farsa, la nostra sta finendo in vacca.
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