Da qualche tempo stanno comparendo una moltitudine di biciclette nelle maggiori città italiane. Ma a differenza di qualche tempo fa, c’è una novità. É il Bike Sharing.
La bicicletta è sicuramente il mezzo più semplice, immediato ed economico che ci sia. In qualche modo è un mezzo del passato che viene riscoperto con le nuove tecnologie.
Ma cos’è il Bike Sharing?
Ogni bicicletta può essere sbloccata e utilizzata per il tempo necessario. In pratica è un servizio che mette a disposizione una flotta di biciclette al pubblico. Queste bici si possono utilizzare per effettuare brevi e rapidi spostamenti soprattutto in aree cittadine. Quando si arriva a destinazione, si lascia la bici, la prenderà qualcun altro.
Ci sembra una bella iniziativa, data la flessibilità e l’inquinamento delle grandi città. Infatti, il servizio si propone come soluzione integrata al trasporto pubblico locale e come alternativa al veicolo privato.
Come funziona?
Il principio di funzionamento è piuttosto semplice. Prima di tutto l’utente si registra al servizio, di solito un’App o una piattaforma web, ma ci sono anche numeri di telefono a cui rivolgersi. Una volta registrato e scaricata l’App, può accedere ad una mappa aggiornata, che mostra esattamente dove si trovano le bici. A quel punto la si prenota sempre tramite l’applicazione mobile, si sblocca la bici attraverso un apposito sistema di autenticazione e si monta in sella. Una volta arrivati a destinazione si lascia la bici, si termina il noleggio tramite l’App e si blocca la bici tramite apposito dispositivo. Ed è pronta per un nuovo utilizzo.
Ovviamente le biciclette si possono prelevare e rilasciare solo nell’area di copertura del servizio, nel caso di Bike Sharing a flusso libero, o nelle apposite stazioni a rastrelliere.
La maggiore novità per gli utenti italiani è senza dubbio l’arrivo sul mercato di sistemi di Bike Sharing a flusso libero (free-floating). D’un tratto il numero di bici in condivisione è balzato da circa 16 mila unità a più di 39 mila nel giro in poche settimane.
Inoltre, l’attuazione di particolari modelli di business ha permesso un aumento del numero totale di biciclette disponibili di quasi 2 volte e mezzo nel giro di un anno.
Numeri che fanno dell’Italia il paese europeo con la maggiore diffusione in termini di servizi introdotti.
I motivi di questa leadership sono rintracciabili nella semplicità di utilizzo garantita all’utente, la grande disponibilità di mezzi sul territorio, la duttilità del servizio che soddisfa le esigenze di tutti e soprattutto l’offerta veramente economica.
C’è anche da dire che grazie agli altri servizi di condivisione, insieme al servizio pubblico, ormai alcune città offrono una vasta gamma di opportunità, soprattutto per quanto riguarda l’intermodalità, ovvero la scelta di spostarsi sempre con il mezzo migliore rispetto alle proprie esigenze.
Questo è uno dei punti fermi necessari per lo sviluppo di ogni servizio di Mobilità Condivisa nel nostro Paese.
Anche il Bike Sharing, così come per tutti i servizi di Mobilità Condivisa, rendere la fruizione dei mezzi condivisi sempre più semplice e “stress-free” è l’obiettivo da raggiungere.
L’unica nota negativa sono i continui atti di vandalismo che spesso accompagnano i mezzi e gli strumenti in condivisione. Sfortunatamente non c’è tecnologia o offerta che tenga conto dell’l’ignoranza.
Siamo comunque sicuri che questi mezzi saranno presto indispensabili per dare alle città nuova linfa e nuove opportunità, magari anche quella di riappropriarsi dell’ambiente che ci circonda.