Sabato 2 giugno ci vediamo tutti insieme a Roma in Piazza Bocca della Verità alle ore 19 per dire con una sola voce: #IlMioVotoConta. Qui trovate le indicazioni per arrivare partendo dalla Stazione Termini. Organizzatevi con le macchine, con i treni, con i pullman, con blablacar, ma è importantissimo che siate presenti! Rivolgetevi ai portavoce regionali per avere più informazioni sulla logistica. Sarà una manifestazione assolutamente pacifica e democratica.
Noi amiamo la democrazia e la Costituzione – che abbiamo più volte difeso in questi ultimi anni da chi voleva manometterla – e in questa occasione lo ribadiremo. Sabato 2 giugno non è un giorno qualsiasi per gli italiani, è la Festa della Repubblica. E la nostra piazza non è una piazza contro il Quirinale, non è una piazza contro qualcuno, ma è a favore: a favore dei diritti, del nostro diritto di votare e scegliere. Noi vogliamo che sia una Festa per stare insieme pacificamente, una prosecuzione della parata a cui parteciperanno nostri parlamentari e Roberto Fico, Presidente della Camera. C’è stata tanta delusione e dispiacere per un governo che era a un passo dal nascere, ma il nostro incontro di sabato sarà il momento per dire a gran voce che il voto dei cittadini conta e conterà sempre. La voglia di cambiamento è viva più che mai e questo è il momento di sostenerla. Proprio per questo motivo, in un momento così importante, ribadiamo che chi vuole usare questo giorno per scopi violenti o di attacco è lontano dalla nostra idea di Paese.
Però quello che è accaduto domenica è un fatto grave che ci deve fare riflettere. Il problema non è Paolo Savona, non è il nome di un ministro e non è nemmeno chi ha vinto tra Di Maio e Salvini. Qui il tema è che si è detto no al cambiamento che è stato votato il 4 marzo. Il ministro dell’economia che abbiamo individuato insieme alla Lega è un profilo altissimo, con le competenze adatte per realizzare il cambiamento che i cittadini avevano chiesto. Per andare in Europa, non certo per uscire dall’Euro, ma per fare valere i nostri diritti. Quello che volevamo e vogliamo fare non è altro che costruire insieme nuove condizioni per aiutare gli imprenditori italiani, le famiglie, gli agricoltori, ecc. E chi aiuta le imprese, le attività produttive e le famiglie è un amico dei mercati, non un nemico: i mercati e gli investitori se ne sarebbero presto accorti, se solo il nostro governo fosse partito. Avremmo potuto costruire un sistema giustizia efficiente, che è ciò che più chiedono gli investitori stranieri e che in Italia è sempre mancato. Avremmo potuto eliminare 400 leggi inutili, fare investimenti intelligenti nelle opere pubbliche che servono e che creano davvero posti di lavoro. Avremmo potuto mettere in condizioni le persone di formarsi e trovare un lavoro senza impazzire per cercare di arrivare alla fine del mese. Erano queste le cose che avremmo fatto ed è a questo che qualcuno, purtroppo, ha detto no.
Ci accusano di esserci impuntati su un nome, ma la verità è che ci siamo impuntati sul cambiamento che abbiamo promesso in campagna elettorale. E se dobbiamo andare al governo con un ministro dell’Economia che fa quello che tutti hanno sempre fatto, che blocca i provvedimenti che servono davvero, magari per fare contento qualche burocrate o qualche banca in Europa, allora noi diciamo “no, grazie”. Non è quello per cui siamo nati. Non è quello per cui ci siamo candidati e abbiamo lavorato, ogni singolo giorno delle nostre vite da 5 anni a questa parte in Parlamento, e anche prima, quando il MoVimento 5 Stelle è nato. Abbiamo dimostrato più volte che le poltrone non ci interessano. Molti nostri parlamentari sarebbero ministri se avessimo detto sì a un ministro dell’economia su cui però non avremmo avuto alcuna garanzia. A chi avrebbe risposto? Ai cittadini italiani o a qualche banca? A qualche lobby? Noi non vogliamo un governo a qualsiasi prezzo. Non facciamo governi tanto per occupare poltrone. Per questo abbiamo detto no, per non prendere in giro gli italiani. Siamo rimasti coerenti, come sempre abbiamo fatto nella nostra storia. Dire sì a un governo che non avrebbe portato il cambiamento sarebbe stato tradire i cittadini italiani e tradire noi stessi. Al governo ci andremo ed è una promessa. Ma ci andremo solo quando saremo sicuri di poter fare quello che abbiamo promesso e questa è una garanzia.
Stiamo uniti e compatti. Ci vediamo il 2 giugno a Roma in piazza della Bocca della verità alle ore 19. #IlMioVotoConta.