di Gianluca Riccio – L’introduzione di una settimana lavorativa di quattro giorni senza perdita di stipendio sarebbe un toccasana. Oltre a ridurre drasticamente l’impronta di carbonio, contribuirebbe anche a raggiungere gli obiettivi climatici necessari al pianeta.
Lo studio “Stop the clocK”, commissionato da 4 Day Week (movimento globale di cui abbiamo parlato) ha rilevato che passare a una settimana lavorativa di quattro giorni entro il 2025 ridurrebbe le emissioni di oltre il 20%. L’equivalente a togliere dalla strada l’intera flotta di auto private a combustibile.
La settimana lavorativa più corta sta guadagnando l’attenzione di sempre più economisti e vertici aziendali. La Unilever ha annunciato una sperimentazione di un anno in Nuova Zelanda dallo scorso dicembre, e i governi di Spagna e Scozia hanno lanciato programmi pilota a livello nazionale.
La riduzione dell’orario di lavoro creerebbe posti di lavoro, migliorerebbe la salute mentale e fisica delle persone e rafforzerebbe le famiglie e le comunità.
Il cambiamento potrebbe prevenire un forte aumento della disoccupazione post-pandemia di Covid. E sarebbe sostenibile. La maggior parte delle aziende più grandi sarebbe in grado di far fronte al cambiamento con una maggiore produttività. O magari un leggero ritocco (verso l’alto, ovviamente) dei prezzi.
Lo studio, che assume come modello il Regno Unito, ha rilevato come detto che anche una settimana lavorativa di 4 giorni potrebbe svolgere un ruolo chiave nell’affrontare l’escalation dell’emergenza climatica.
Tra i fattori positivi della settimana lavorativa corta, il report ha rilevato che dare alle persone un giorno libero in più aumenta la quantità di attività “a basse emissioni di carbonio” di cui godono. Dal riposo all’esercizio fisico, dalla costruzione della comunità al vedere la famiglia.
Laurie Mompelat, ricercatrice ambientale e tra gli autori del report, ha dichiarato: “Passare a una settimana lavorativa di quattro giorni con una retribuzione equa per tutti può aiutarci a cambiare il modo in cui viene creato valore nella società creando più spazio per la cura, il riposo e le relazioni.” Joe Ryle, un attivista ambientale, né è certo. “Sappiamo già che la settimana lavorativa di quattro giorni è un bene per la salute mentale e il benessere dei lavoratori, ma questo report mostra che può essere anche una grande alleata dell’ambiente. Il movimento ambientalista deve sostenere le richieste di una settimana più corta. Potrebbe fare una vera differenza nella corsa per limitare i peggiori effetti del cambiamento climatico“.
In sintesi, istanze del lavoro e dell’ambiente convergono, creando le premesse per la creazione di un grande movimento di massa. E’ tempo di agire!
Lo studio completo è scaricabile in pdf a questo link
L’AUTORE
Gianluca Riccio, classe 1975, è direttore creativo di un’agenzia pubblicitaria, copywriter, giornalista e divulgatore. Fa parte della World Future Society, associazione internazionale di futurologia e di H+, Network dei Transumanisti Italiani. Dal 2006 dirige Futuroprossimo.it, una risorsa italiana sul futuro.