Il 14 maggio sarà ricordato come un giorno di morte per il popolo palestinese, sceso in strada per protestare contro l’apertura dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme e il 70° anniversario della Nakba, giorno in cui i palestinesi commemorano il momento in cui lasciarono le loro case durante la prima guerra con Israele, tra il 1948 e il 1949. Almeno 60 palestinesi sono stati uccisi e 2.771 feriti da proiettili dell’esercito israeliano per aver partecipato a una manifestazione.
“Non posso esprimere adeguatamente i miei sentimenti in questo giorno della Nakba.
I miei sentimenti di profonda tristezza per tutti coloro che furono costretti a lasciare le loro case, minacciati di morte, 70 anni fa.
I miei sentimenti di compassione per tutte le madri, i padri, le sorelle, i fratelli, le zie, gli zii, i nonni morti durante tutti questi anni.
I miei sentimenti di assoluto disprezzo per il Presidente Trump e per Ivanka, Kushner, Adelson e il resto di quella odiosa e mortifera cricca.
I miei sentimenti di amore per i miei fratelli e le mie sorelle in Palestina e per i rifugiati palestinesi in ogni altro luogo.
I miei sentimenti di amore per le mie sorelle e i miei fratelli ebrei, specialmente di Jewish Voice for Peace. Vi riconosco, potrei piangere oggi per la vostra grande e continua umanità.
I miei sentimenti di ammirazione sconfinata per per tutte le persone di Gaza e della Cisgiordania per la loro eroica resistenza non violenta alla brutale occupazione israeliana.
I miei sentimenti di gratitudine per il Sud Africa, la Turchia e la Repubblica di Irlanda per avere ritirato in questo giorno i propri ambasciatori da Tel Aviv in protesta per il massacro di innocenti in corso.
I miei sentimenti di imponderabile pietà per Israele.
Israele, come potrai dimenticare?”
Roger Waters
Traduzione di Antonio Perillo – Antidiplomatico