“Dopo 60 anni, alla Camera dei Deputati si è avviato il comitato per il registro delle lobbies. Per la politica italiana le lobbies fino al nostro arrivo non esistevano. A dicembre il Deputato M5S Vincenzo Caso registrò il lobbista Luigi Tivelli mentre ci spiegava come fosse riuscito a modificare un emendamento del capogruppo del Pd Speranza. Dopo che sbattemmo il video su YouTube, fu cacciato da Montecitorio. Durante la discussione della legge di stabilità a dicembre la Camera sembrava un mercato, più lobbisti che parlamentari. Tutti a caccia di un piccolo provvedimento che giovasse ai propri imperi economici. Un vero schifo. Nella seduta dell’Ufficio di Presidenza di martedì scorso finalmente è iniziato il percorso per regolamentare gli accessi alla Camera dei Deputati, è stata approvata la richiesta del Movimento 5 Stelle. Creeremo un registro pubblico. I cittadini devono sapere chi entra a Montecitorio, per quale motivo e quale parlamentare incontra. Come è già alla Casa Bianca, gli italiani attraverso un’App devono poter controllare dal proprio cellulare chi sono i politici più “visitati” e chi incontrano. Sono oltre 1.200 le persone che oggi girano a piede libero alla Camera con tesserini validi per tutta la legislatura, senza contare gli ex parlamentari e i consulenti a zero euro dell’amministrazione (come lo era Tivelli). Preoccupazione destano anche gli oltre 70 giornalisti pensionati, accreditati dalla stampa parlamentare. Ombre che vagano indisturbate nelle stanze del parlamento italiano, entrano nelle commissioni, accedono agli uffici legislativi, scrivono leggi. Se la Camera deve diventare una casa di vetro (cit.), i gruppi di pressione devono essere identificati e avere spazi di accesso limitati. Come in tutti i Paesi del mondo.” Luigi Di Maio, portavoce M5S alla Camera
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