Credits vignetta: TheHand
Chiudiamo Equitalia! Con un un precedente post abbiamo chiesto le vostre testimonianze sul rapporto con Equitalia. Oggi pubblichiamo la quinta. Nei commenti inserite la storia delle vostra esperienza con Equitalia, per chi ha avuto la sfortuna di averla. Ricordiamo che le testimonianze saranno raccolte in un libro scaricabile on line gratuitamente.
“Sono stato “rapito” da Equitalia. Si, figlia mia, forse quando tu sarai grande questa assurda creatura non ci sarà, ma per ora le cose stanno così.
Il rapimento è avvenuto tra le 9 e le 14 del giorno 16 marzo, un lunedì. Infatti a seguito di un avviso di cortesia (per il moloch burocratico degli anni dieci, contano le parole pietose,a cui.immancabilmente non seguono azioni altrettanto misericordiose/comprensive) recapitato quando non ero presente, ho concordato un nuovo appuntamento; proprio per la mattinata del 16.
Per fare questo ho contattato il numero delle Poste italiane cinque giorni or sono, ma non sono riuscite a fissarmi un rendez-vous prima del fatidico lunedì. Ovviamente, era troppa grazia pensare a un contatto temporale preciso, o con un arco di tempo inferiore alle cinque ore. No: tutta la mattinata ad aspettare lor signori. Ma di fronte c’era qualcosa di oscuro e demistificante come poi si vedrà.
L’aspetto inquietante è che Equitalia, senza saperlo, citava Gogol: infatti rivendicava qualcosa nei confronti di un mio parente deceduto. Io li ho attesi fino alle 13, munito di certificato di morte, quando finalmente si sono degnati di arrivare. Tanto più che al centro postale di smistamento questo tipo di avvisi (m.o.f, l’acronimo) li consegnano solo al destinatario, ma siccome il destinatario in questione era appunto passato a miglior vita (e sicuramente lo è quella vita dove non esiste Equitalia), mi sono evitato -come in un recente passato- la passeggiata a vuoto.
Ed è qui che la cosa assume una connotazione vaga ed inconcludente. Infatti questa gente qua non ha le palle per venire di persona a riscuotere i presunti crediti statali, ma delega il tutto alle Poste.
L’incolpevole postina, che chiameremo signorina A, comunque suona al campanello pochi minuti dopo le 13.La prima cosa che dice é: “Sono la postina“; la seconda::”Equitalia“; la terza: “Può scendere?“(perchè ormai le Poste fanno fatica a portare le missive davanti alla porta, troppo sforzo; colpa, beninteso del sistema, e solo in parte del mezzo umano…).Comunque al mio: “No,per cortesia salga lei…terzo piano“, in effetti sale.La faccio accomodare e capisco subito l’equivoco:signorina A., comunque abbastanza cortese,del funzionamento di Iniquitalia (mia licenza poetica) non sa nulla e si limiterebbe a prendere l’appunto”deceduto“, se io non la ragguagliassi su quanto avevo pensato (e confermatomi dalle Poste,al numero verde): ossia consegnarle il certificato di morte. Non credo che certi ceffi che ruscuotono le presunte gabelle per lo Stato si accontentino di una dichiarazione per quanto veritiera. La signorina A. mi da’ il suo codice e una sigla che appone su un foglio che mi lascia (sono io a chiederlo) come testimonianza che io ho consegnato il certificato e nel caso il presunto debito debba essere pagato dagli eredi non vadano avanti sanzioni e penali varie (ammesso e non concesso che gli Equitalioti riescano ad applicare la legge 689/1981; per cui c’è l’archiviazione del provvedimento per non trasmissibilità agli eredi delle sanzioni amministrative). Ovviamente la missiva resta segreta, a parte il mittente. Così io saluto la postina (sostanzialmente incolpevole) abbastanza nauseato da questo sistema che chiede soldi ai morti,senza appurare prima la loro dipartita (non credo tali anagrafiche gli siano precluse…) e che lascia ad un altro ente il compito della consegna. Già,perchè la signorina A. mi accenna che c’è un responsabile di Equitalia, che -considerazione mia- forse ha un deretano troppo voluminoso per alzarlo e venire (lui o i suoi vassalli) a dare spiegazioni; quelle delucidazioni che certo un portalettere non è tenuto a sapere. ll sistema è marcio. Spero che la proposta dei Cinque stelle di chiudere questa società per azioni necrofile vada a buon fine, ma sono scettico: ormai credo sia diventata una lobby, con troppi interessi attorno e quindi, come tutti centri d’interesse, sarà un’impresa eccezionale riuscire a smantellarla. Così ci tocca sorbirci questi manutengoli che bussano (o meglio:fanno bussare) alle porte del paradiso con le loro pretese assurde. RIP. Un mondo in cui i nostri figli non siano soffocati dalla burocrazia ma aiutati. E’ dura. Perchè significa, cari miei, trasformare il Paese in autunno da luogo complicato ed arabescato, in territorio che galleggia sulla semplicità, come liquido amniotico.” Il mondo perfetto
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