di Gunter Pauli – L’energia totale immagazzinata nel vento è cento volte superiore a quella richiesta oggi dall’umanità. Tra il 2006 e il 2010 l’ elettricità generata dal vento sia cresciuta in tutto il mondo ad un tasso medio del 21%. A questo ritmo di espansione la capacità mondiale di generazione eolica raddoppierà ogni tre anni. La Cina è la locomotiva del business dell’energia eolica, che raddoppia la sua capacità produttiva ogni anno.
Oltre all’aumento della capacità, negli ultimi 20 anni le turbine eoliche hanno aumentato le loro dimensioni di 100 volte, passando da 25 kW a 2,5 MW. Oggi le unità più grandi raggiungono già i 7 MW. L’aumento delle dimensioni della turbina ha rallentato le rotazioni, riducendo drasticamente il rischio di uccisione degli uccelli. Ad una velocità di rotazione di 12 colpi al minuto, o un giro completo ogni 5 secondi, il tasso di mortalità degli uccelli è sceso a quasi zero.
I benefici del vento sui combustibili fossili come petrolio e carbone sono fuori discussione. Ma ci sono ancora degli svantaggi. Le strutture, le pale e le turbine si basano sui metalli delle terre rare. Se il 30% dell’energia mondiale dipendesse dall’energia eolica, i metalli rari su cui il settore si basa sarebbero scarsamente disponibili. In qualche modo siamo di fronte ad uno stallo.
Inoltre dal momento che c’ è più vento ad altitudini più elevate, gli skyline e i panorami sono sempre più pesantemente riempiti con piloni. Così tre architetti e innovatori francesi Nicola Delon, Raphaël Ménard e Julien Chopin hanno creato una soluzione, molto in linea con uno dei principi della Blue Economy: cioè essere sostenibili e capaci di rispondere alle esigenze di base con quello che abbiamo.
Ci sono milioni di piloni disponibili in tutto il mondo. La più antica rete di tralicci esistente è per la trasmissione di elettricità ad alta tensione, spesso costruita contro la volontà dei cittadini locali che temevano che vivere vicino ai cavi elettrici aumenta il rischio di cancro, soprattutto leucemia. La rivoluzione a basso costo è quello di installare turbine eoliche su piloni esistenti.
Le torri già esistenti tracciano quasi 160.000 miglia di linee elettriche attraverso gli Stati Uniti. Si stima che nel Regno Unito ci siano 78.000 piloni e il Ministro indiano dell’ambiente e delle foreste ritiene che oltre un milione di unità distribuiscano elettricità in tutto il paese. Il vantaggio aggiunto al risparmio in termini di inquinamento visivo e costi d’investimento, è che il cablaggio necessario dal generatore alla rete elettrica è ridotto a pochi metri, invece di chilometri. La proposta è così semplice e pratica che è difficile immaginare che non diventi realtà.
L’AUTORE
Gunter Pauli – Laureato in economia all’Università Sant’Ignazio di Loyola in Belgio, è imprenditore in diversi settori come la cultura, la scienza, la politica e l’ambiente. Costruì la prima fabbrica, Ecover, di detersivi biodegradabili che utilizzavano gli acidi grassi dell’olio di palma al posto dei tensioattivi petrolchimici. Ha fondato la “Zero Emissions Research Initiative”, rete internazionale di scienziati, studiosi, ed economisti che si occupano di trovare soluzioni innovative, progettando nuovi modi di produzione e di consumo a minor impatto ambientale.