di Mario Catania – Due disegni di legge sono stati depositati contemporaneamente dal senatore del Movimento 5 Stelle Lello Ciampolillo, per permettere la coltivazione domestica di 4 piante di cannabis.
“Uno riguarda i pazienti e quindi la coltivazione di 4 piante per chi utilizza la cannabis per trattare le proprie patologie”, spiega il senatore a dolcevitaonline.it sottolineando che: “Coloro che hanno già la prescrizione medica o il piano terapeutico che dà l’accesso alla dispensazione di cannabis nelle farmacie, con questo disegno di legge potrebbero coltivare fino a 4 piante nelle proprie case”.
L’altro disegno di legge invece “prevede la coltivazione domestica di 4 piante di cannabis per tutti i maggiorenni”. Quindi se la prima può essere una legge che cerca di combattere la carenza di cannabis medica in Italia, l’altra invece andrebbe nella direzione di limitare l’acquisto di cannabis dal mercato nero e quindi da mafie e criminalità organizzata. “Da un lato per evitare che le persone, compresi i pazienti nei momenti in cui la cannabis nelle farmacie scarseggia, si debbano rifornire presso il mercato nero, dall’altro lato si vuole sancire un diritto alla coltivazione perché a mio avviso è impossibile vietare la natura e quindi una pianta. Nel caso di specie parliamo di una pianta che in quanto droga leggera non ha mai fatto male a nessuno e quindi in uno stato come l’Italia dove sono legali droghe pesanti come il tabacco, venduto con la scritta ‘uccide’, come è possibile pensare di vietare una droga leggere come la cannabis”.
Le due leggi non sono ancora state calendarizzate ma il senatore ha assicurato che chiederà la discussione urgente delle due leggi o di iniziare almeno da una delle due. Intanto in questi mesi, la preoccupazione di molti osservatori, è che si è sentita parecchio la voce della Lega, soprattutto tramite il ministro Fontana che ha ribadito concetti di “tolleranza zero” e guerra alla droga, mentre le istanze del M5S, da sempre aperto per quanto riguarda le politiche sulla cannabis, sono rimaste un po’ in sordina.
“Siccome non è un tema inserito nel contratto di governo è una questione che io pongo all’attenzione di tutta l’aula e dove anche i parlamentari che in passato si sono dimostrati favorevoli come quelli del PD (il riferimento è all’intergruppo parlamentare nato sull’onda della discussione della legge per la legalizzazione nel 2016, ndr) avranno la possibilità di dimostrare la reale disponibilità di chi aveva promesso di essere a favore di una legalizzazione ampia, con una condivisione trasversale del tema. Ora, siccome è un argomento che può essere d’interesse per diverse forze politiche magari con diverse anime all’interno, spero che dalle altre forze politiche venga data libera scelta di voto; penso che sulle droghe leggere sia arrivato il momento di dare una svolta”.
Nel resto del mondo sono diversi i paesi che stanno procedendo legalizzando la cannabis, “togliendo una fetta di mercato notevole alle mafie e creando ricchezza, portando benefici dal punto di vista della salute e del benessere personale, oltre che all’occupazione e posti di lavoro”.