Il consumo globale di acqua in bottiglia è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, con una crescita del 73% nell’ultimo decennio. Tuttavia, questo incremento porta con sé serie conseguenze ambientali, come l’aumento dei rifiuti plastici, le emissioni di gas serra legate alla produzione e alla distribuzione delle bottiglie, e lo sfruttamento delle risorse idriche. Ridurre la dipendenza da questo prodotto sta diventando una priorità ambientale urgente.
Secondo una ricerca condotta da Bing Bai, Laurie Balbo e Marie-Christine Lichtlé, esiste un metodo psicologico noto come “autoprofezia” che potrebbe aiutare a ridurre l’acquisto di bottiglie d’acqua in plastica. Questo fenomeno si basa sul principio che, ponendo semplici domande sulle intenzioni future delle persone, si possa influenzare il loro comportamento. Lo studio ha coinvolto 269 partecipanti negli Stati Uniti, ai quali è stato chiesto se avessero intenzione di ridurre il consumo di bottiglie di plastica. I risultati hanno mostrato che solo porre questa domanda ha aumentato la probabilità che le persone prendessero in considerazione una scelta più sostenibile.
L’efficacia di questa tecnica si spiega attraverso la teoria della dissonanza cognitiva (una teoria della psicologia sociale introdotta da Leon Festinger nel 1957). Quando una persona viene interrogata sui suoi comportamenti futuri, potrebbe rendersi conto di una discrepanza tra ciò che ritiene socialmente accettabile e le sue effettive azioni. Questo squilibrio, noto come dissonanza, crea un disagio psicologico che motiva le persone a cambiare comportamento per ridurre l’incoerenza.
Uno dei fattori emotivi alla base di questo cambiamento è il senso di colpa anticipato. Gli studiosi hanno ipotizzato che le persone provino un senso di colpa già al pensiero di non rispettare le aspettative sociali riguardo a comportamenti ecologici, come ridurre il consumo di plastica. Questo sentimento spinge le persone ad adottare pratiche più sostenibili per evitare di sentirsi in colpa. Nello studio, i partecipanti esposti a una pubblicità che includeva una domanda previsionale sull’uso delle bottiglie d’acqua si sentivano più colpevoli rispetto al gruppo di controllo, portandoli a ridurre il loro acquisto di plastica.
La ricerca di Bai, Balbo e Lichtlé ha anche esplorato due elementi cruciali che influenzano l’efficacia dell’autoprofezia: le credenze normative e la motivazione al cambiamento. Le credenze normative riguardano ciò che le persone percepiscono come standard socialmente accettabili. Lo studio ha rilevato che individui con forti convinzioni personali e sociali riguardo all’ambiente erano più propensi a prevedere e poi adottare comportamenti ecologici. Tuttavia, sorprendentemente, le domande di previsione non sembrano rafforzare queste convinzioni normative durante il processo decisionale.
Un altro aspetto rilevante è la motivazione comportamentale. Gli studiosi hanno misurato la propensione delle persone ad agire in base a ricompense e gratificazioni future, noto come punteggio BAS (Sistema di Approccio Comportamentale). I risultati hanno mostrato che chi ha un punteggio basso tende a sentirsi più in colpa rispetto a chi ha un punteggio alto, poiché diventa più consapevole della discrepanza tra i propri comportamenti e gli standard personali quando viene posta una domanda di previsione. Al contrario, chi ha un punteggio elevato sembra agire in modo proattivo per allineare i propri comportamenti con le proprie norme, riducendo il senso di colpa.
Questa ricerca apre nuove possibilità per campagne di sensibilizzazione ambientale. Le organizzazioni governative e le ONG potrebbero integrare domande previsioni nelle loro comunicazioni per promuovere comportamenti più sostenibili, come l’adozione di pratiche che riducono il consumo di plastica.
Sebbene lo studio si concentri sulle intenzioni piuttosto che sul comportamento reale, esperimenti passati suggeriscono che le autoprofezie possono avere effetti duraturi, come dimostrato da miglioramenti nel riciclo e nell’adesione a programmi di attività fisica.
In definitiva, una semplice domanda basata sull’autoprofezia può diventare un potente strumento per incentivare un cambiamento concreto verso abitudini più ecologiche, riducendo l’impatto negativo del consumo di bottiglie d’acqua in plastica.