di Beppe Grillo – Adolfo Maria Pérez Esquivel è un pacifista argentino, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1980, per le denunce contro gli abusi della dittatura militare argentina negli anni ’70. Ha incontrato in carcere Luiz Inácio Lula da Silva, ex presidente del Brasile, simbolo di coraggio e onestà, arrestato senza che siano state trovate prove delle accuse a lui mosse.
Quello che sta avvenendo in Brasile va contro ogni libertà e principio di democrazia, come avevo già manifestato sul mio Blog tempo fa. Per questo condivido l’appello di Adolfo Maria Pérez Esquivel che ha inviato al governo italiano.
Eccolo:
“Faccio appello al popolo e al governo italiano per la sua solidarietà e appoggio ai popoli di fronte alla grave situazione che vive il popolo del Brasile. Chiedo di pronunciarvi per la difesa dei diritti del popolo a vivere in democrazia. Il Brasile ha subito un colpo di Stato istituzionale che ha deposto senza alcuna ragione la Presidente Dilma Rousseff per procedere poi alla detenzione dell’ex Presidente Luiz Inácio Lula da Silva e impedirne la sua candidatura alle elezioni presidenziali. Sono riuscito a vedere Lula in prigione, dove è mantenuto isolato e senza alcun contatto con il popolo del Brasile. Lula è un prigioniero politico, questo è quanto ho manifestato pubblicamente il 13 agosto scorso alla riunione con la Presidente del Superior Tribunal Federal, dott.ssa Carmen Lucia, esortandola a considerare l’incostituzionalità di mantenere in prigione un leader che non ha commesso alcun delitto. Invece Lula è stato condannato a 12 anni di carcere sotto l’accusa di “fatti indeterminati”, senza sia stata trovata alcuna prova del delitto di cui è accusato. Molte altre voci si sono pronunciate in questo senso, personalità, legislatori e giuristi lo affermano: è in prigione per aver lottato contro la povertà e la fame, per aver sottratto dalla miseria 36 milioni di brasiliani e brasiliane, per aver restituito loro la dignità come persone, insieme alla capacità di educarsi, di essere persone degne, di avere casa e lavoro. Lula è un innocente in carcere e l’obiettivo è quello di impedirgli di essere candidato presidenziale. Le elezioni in Brasile senza Lula sono una frode, ed è ciò che cercano di portare a termine coloro che, con la complicità di giudici e legislatori, vogliono imporre politiche di austerità, capitalizzazione e privatizzazione a spese della vita del popolo; cercano di ricolonizzare il paese e oggi i fatti lo confermano con l’incremento della povertà, della fame e della repressione che soffre il popolo del Brasile. Venerdì 17 agosto le Nazioni Unite hanno esortato il governo brasiliano a concedergli il diritto di candidarsi alle elezioni e di avere libero accesso ai mezzi di comunicazione. Nella libertà e la candidatura di Lula sono in gioco non solo il ritorno alla democrazia e alla giustizia in Brasile, ma anche il valore delle sue politiche di governo per strappare milioni di persone dalla povertà e avere cura del prossimo, così come le sue politiche per unire i popoli fratelli con organizzazioni come la UNASUR e la CELAC che sono riuscite a proclamare l’America Latina una “Zona di Pace”. Lula è un grande costruttore di pace nel mondo e così il mondo lo riconosce. Proprio per questo, insieme a Rigoberta Menchu Tum, anche lei Premio Nobel, lo postuliamo al Premio Nobel per la Pace. Vi ringrazio tutto quanto possiate fare per il bene del popolo del Brasile e per la libertà di Lula: è un atto di Verità e Giustizia. Ricevete un forte abbraccio e i migliori auguri di forza e speranza.”
Adolfo Pérez Esquivel Premio Nobel per la Pace 1980
Buenos Aires, 8 settembre 2018
(traduzione di Claudio Tognonato)