di Beppe Grillo – Un solo grido si sta sprigionando per le strade delle città del Brasile. Un grido potente, liberatorio, che chiede giustizia, che accompagna i canti, le lacrime, le voci all’unisono, di un popolo che ripete ininterrottamente “Lula presidente guerriero del popolo”: Luiz Inácio Lula da Silva, ex presidente del Brasile, simbolo di speranza, coraggio e onestà, arrestato per non aver commesso alcun reato.
Il Giudice Moro ne ha richiesto l’arresto, con condanna per corruzione, per ostacolare la corsa di Lula alle prossime elezioni presidenziali che si terranno in Brasile ad ottobre, e che avrebbero dato una speranza nella lotta alle disuguaglianze per il popolo brasiliano. Lula rappresenta quella enorme parte della popolazione povera che non ha voce, né diritti, né visibilità, in conflitto perenne con i poteri forti.
Durante il decennio del suo mandato il Brasile è divenuto un’economia solida, grazie alle sue riforme progressiste, tanto amate dagli strati più bassi della popolazione e tanto contestate dai conservatori. Programmi di sussidi pubblici come la “Borsa famiglia”, il progetto “Fame zero”, hanno permesso a milioni di brasiliani di uscire dall’indigenza; la sua politica ha promosso l’istruzione obbligatoria e sostenuto la formazione di una cospicua classe media, in un paese da sempre protagonista di disuguaglianze sociali.
Michel Temer, l’attuale presidente del Brasile, ha cancellato l’80% del progetti sociali voluti da Lula, privatizzando ogni cosa possibile, fino al Pré-sal, uno dei più grandi giacimenti di petrolio e gas naturale nell’oceano atlantico, un vero e proprio tesoro per il Brasile.
#LulaValeALuta, ancor di più gridiamolo adesso: “Lula vale la pena combattere”, come dimostrazione di solidarietà nei riguardi di questo grandissimo uomo, dallo sguardo buono, le mani forti da metalmeccanico, e il cuore di chi si è battuto sempre per i più deboli; fortemente amato dal suo popolo e per questo fortemente ostacolato dalle lobby di potere, vittima di una persecuzione politica alla luce del giorno.
Che differenza c’è tra quello che è accaduto e un colpo di stato?